martedì 1 dicembre 2009

1 DICEMBRE GIORNATA MONDIALE CONTRO L'AIDS: DICHIARAZIONI DEL SEGRETARIO DEI GD RAGUSA VALENTINA SPATA


Aumenta il numero di sieropositivi nel nostro paese: attualmente sono 180.000 le persone Hiv positive, di cui circa 22.000 con Aids conclamato, ma un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Un aumento dovuto a due fattori: da un lato le nuove terapie che garantiscono una sopravvivenza notevolmente piu’ elevata (mentre in termini assoluti si infetta un numero minore di persone rispetto a 20 anni fa, circa 4.000 l’anno), dall’altro l’incremento inquietante dei malati che non sanno di esserlo, frutto di un progressivo (e pericoloso) calo di attenzione verso il virus.
Un dato parla chiaro: dei 22.000 malati di Aids conclamato in Italia, addirittura il 60 per cento ha scoperto di essere sieropositivo troppo tardi, cioe’ ha fatto il test quando ormai la malattia era divenuta effettiva, vanificando di fatto i progressi terapeutici dei farmaci antiretrovirali che possono impedire per lunghi anni il passaggio dalla sieropositivita’ all’Aids conclamato

E' una strage che fa sempre meno notizia, oscurata da pandemie piu' mediatiche (l'ultima in ordine di tempo, l'influenza A) e dalla diffusa consapevolezza che ormai sia una malattia guaribile. Ma l'Aids continua a mietere vittime (due milioni di morti nel 2008) e a infettare nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli "ricchi", compreso il nostro: si stima che siano oltre 33 milioni le persone che vivono con l'Hiv in questo momento.

Dai dati rilevati dal Ministero della Salute rendiamo noto che nel mondo:

1/3: di malati di HIV ha accesso alle cure
10.000$: il costo (limite superiore) delle cure all’anno pro capite prima del 2001
80$: nel 2006 (limite inferiore)
1.200$: costo medio all’anno per i farmaci usati per l’aumento della resistenza
42.200.000.000$: fabbisogno dell’accesso universale alle cure entro il 2010
130.000.000: debito italiano in euro saldato al Global Fund per l’Aids, la tubercolosi e la malaria
10.000.000.000: i preservativi da distribuire entro il 2010
45.000.000: i dispositivi per il controllo delle trasfusioni da realizzare entro il 2010
80.000.000: le terapie materno-fetali da realizzare entro il 2010
13.000.000: persone che entro il 2010 hanno bisogno di accesso alle terapie
4.600.000: persone che avranno accesso alle cure con le risorse attuali
63%: farmaci retrovirali acquistati dall’Africa sub sahariana dal 2004
97%: farmaci salvavita di prima linea
3%: farmaci salvavita di seconda linea protetti da brevetti
70%: della popolazione rurale africana rischia il crollo della produzione zootecnica, principale fonte di reddito
60%: della popolazione dell’Africa sub-sahariana in età compresa tra i 15 ed i 49 anni deve fare i conti con l’HIV
11.400.000: orfani africani a causa dell’AIDS
56: i Paesi che hanno deciso di utilizzare gli interessi del debito estero dei Paesi poveri ed in via di sviluppo per interventi di prevenzione e cura dell’Aids, tra cui l’Italia
5%: i casi di HIV-AIDS tra gli immigrati in Italia circa 10 anni fa
20-30%: i casi di HIV-AIDS tra gli immigrati in Italia oggi

In Italia:

140-180.000: totale dei casi di Hiv dall’inizio dell’epidemia
30-35%: donne
110-130: persone sieropositive in Italia nel 2007 (compresi i malati di AIDS)
14-18.000: nuove infezioni nel 1987
58.400: i casi di AIDS dall’inizio dell’epidemia
35.300: i decessi di AIDS dall’inizio dell’epidemia
20-25%: sono donne
65%: contagi che avvengo per via sessuale in Italia
4.000: nuove infezioni l’anno in Italia
4.581: i morti per AIDS in Italia nel 1995
200: stima dei morti per AIDS in Italia nel 2007
5.600: casi di malattia conclamata (AIDS) dal 1995 in Italia
1.200: casi di malattia conclamata (AIDS) oggi in Italia
23.000: persone che vivono con una diagnosi di Aids in Italia
30%: casi di AIDS in Lombardia su dato nazionale
13%: casi di AIDS nel Lazio su dato nazionale
10%: casi di AIDS in Emilia Romagna su dato nazionale
500.000: nuovi casi di malattie a trasmissione sessuale, soprattutto sifilide e gonorrea, ogni anno in Italia
58,1%: contagiati perchè tossicodipendenti nel 1997 in Italia
27,4%: nel 2007
20,7%: contagiati per via eterosessuale nel 1997 in Italia
43,7%: nel 2007
15%: contagiati tra gli omo-bisessuali nel 1997
22%: nel 2007
29: età media per gli uomini italiani nel 1995
43: oggi
26: età media per le donne italiane nel 1995
39: oggi
50%: delle persone sieropositive (HIV) lo scoprono solo a ridosso della malattia conclamata (AIDS)

La Giornata mondiale contro l'Aids, indetta nella datadi oggi, si celebra da molti anni con l'intento di accrescere la coscienza circa la diffusione del virus Hiv.

Anche noi Giovani Democratici di Ragusa, prenderemo parte a questa giornata di lotta contro l'Aids e diffonderemo materiale informativo in modo tale da sensibilizzare i cittadini. Proponiamo, inoltre, alle scuole superiori della provincia di Ragusa un manuale sulle malattie che si trasmettono sessualmente e scriveremo un articolo sull’argomento nel nostro giornalino che a breve uscirà on line.

Invitiamo tutti a contribuire alla Raccolta Fondi a favore di un progetto mirato alla prevenzione donando 2 euro attraverso l’invio di un messaggio al 48546.



Sotto riporto le domande e le risposte dell’opuscolo realizzato dai GD di Ragusa

- Che cosa significa essere sieropositivo per l'HIV?
Significa avere nel proprio sangue gli anticorpi specifici contro l'HIV. Cioe' che l'infezione e' in atto e che e' possibile trasmettere ad altri il virus. Tutte le persone sieropositive possono, se hanno comportamenti a rischio, trasmettere il virus dell'HIV.

- Che cosa e' il "periodo finestra"?
E' il tempo che intercorre dal momento del contagio all'effettiva comparsa degli anticorpi contro l'HIV nel sangue. Questo periodo dura mediamente 4-6 settimane, ma puo' estendersi anche fino a 3 mesi. Durante questo periodo anche se la persona risulta sieronegativa, e' in grado di trasmettere l'infezione. Se una persona si trova nella fase finestra puo' sottoporsi al test e risultare negativa pur avendo contratto l'infezione (ed essere in grado di trasmetterla) poiche' il suo organismo non ha ancora sviluppato anticorpi.

- Che cosa si intende per periodo di incubazione?
S'intende il tempo trascorso tra il contagio e le manifestazioni cliniche evidenti della malattia conclamata. L'infezione da HIV e' caratterizzata da un tempo di incubazione molto lungo e molto variabile da persona a persona (anni).

- Quanto vive il virus HIV fuori dall'organismo umano?
L'HIV e' un virus poco resistente: non resiste all'essiccamento, ai raggi ultravioletti del sole, all'alcool e alla varechina. Esposto all'aria aperta muore in 20-30 minuti.



- Con quali modalita' si e' diffuso il virus nel mondo?
Il virus HIV si e' diffuso nelle diverse aree geografiche con modalita' diverse, legate alle differenti realta' sociali.
Ad esempio, in alcuni paesi dell'Africa centrale e meridionale, l'infezione si e' propagata velocemente interessando un'ampia parte della popolazione senza differenze tra i due sessi, in quanto il contagio e' avvenuto prevalentemente per via eterosessuale.
Negli USA, in Australia e nell'Europa occidentale, invece, la diffusione si e' avuta inizialmente soprattutto tra persone che avevano rapporti con numerosi partner omosessuali maschi e tra gli assuntori di droghe per via endovenosa. Tuttavia le caratteristiche dell'epidemia stanno cambiando ed anche nel mondo occidentale, Italia compresa, sta crescendo la percentuale di persone contagiate attraverso rapporti eterosessuali.

- Come si trasmette l'infezione da HIV?
Le modalita' di trasmissione dell'infezione sono: - attraverso i rapporti sessuali se uno dei partner e' infetto - attraverso il passaggio di sangue (trasfusioni, condivisione di siringhe contaminate) da una persona infetta ad una sana; - attraverso la linea materno-fetale, durante la gravidanza, il parto o attraverso l'allattamento al seno materno, in una donna sieropositiva (il test di screening per l'HIV dovrebbe essere proposto a tutte le donne in gravidanza); - in casi rari, il trapianto di organi o tessutale, l'inseminazione artificiale con organi, tessuti o sperma proveniente da soggetto HIV.

- Quali liquidi biologici trasmettono il virus?
Il sangue, lo sperma, il liquido pre-eiaculatorio (prostatico), le secrezioni vaginali ed il latte materno. Altri liquidi biologici possono contenere il virus in quantita' infinitesimali o minime. Non sono in grado di trasmettere il virus: le lacrime, il sudore, la saliva, l'urina, le feci, le secrezioni nasali, il vomito. E' importante ricordare, comunque, che in alcune situazioni ci possono essere tracce di sangue nelle feci (ad esempio, in presenza di emorroidi) o nel vomito (ad esempio, in presenza di ulcere) e di conseguenza e' comunque consigliabile utilizzare guanti nell'eventualita' che si rendesse necessario maneggiare tali sostanze. La acquisizione del virus e' legata ad alcuni fattori: la carica virale (cioe' la quantita' di virus contenuta nel liquido), le ripetute esposizioni (che fanno aumentare la probabilita' di acquisizione) e probabilmente alcuni fattori individuali dell'ospite (ad esempio, lesioni ulcerose ai genitali).

- Quali sono le persone piu' esposte al rischio di contagio?
Le persone con comportamenti sessuali promiscui e che hanno rapporti sessuali penetrativi senza profilattico (eterosessuali e omosessuali); i tossicodipendenti che assumono droghe per via endovenosa scambiandosi la siringa; persone che, a causa dell'alcool o altre sostanze stupefacenti (cocaina, amfetamine, ecc.), non sono in grado di valutare lucidamente i propri rischi ed i comportamenti da adottare e hanno rapporti senza profilattico; i soggetti politrasfusi che hanno ricevuto sangue, emoderivati o trapianti di organo prima dell'attivazione dei controlli sulle donazioni. Sono altresi' a rischio i bambini figli di madri portatrici del virus. Negli ultimi anni si e' assistito ad un incremento di infezioni nel gruppo eterosessuale.

- Si puo' contrarre l'infezione da strumenti usati dal dentista?
Ai dentisti e' da sempre consigliato di adottare particolari precauzioni nel caso di tagli che possano determinare lo scambio diretto sangue-sangue con un paziente, eventualita' che aumenta il rischio di infezione da HIV, ma soprattutto - e con maggiori probabilita' - quella da virus dell'epatite B e C il quale ha un potere infettivo maggiore. L'utilizzo di strumenti sterilizzati e di guanti sono norme che ogni operatore odontoiatrico e' tenuto a seguire.

- Chi puo' trasmettere il virus HIV mostra sempre segni di malattia?
Ovviamente no. Lo stato di infezione puo' mantenersi a lungo silente, senza alcun sintomo. Qualunque persona sieropositiva e' in grado di trasmettere il virus pur non essendo "malata".

- E' pericoloso vivere negli stessi ambienti di un malato di AIDS o di una persona portatrice del virus HIV?
Non si e' mai verificato alcun caso di infezione da HIV a seguito di normale condivisione di ambienti di vita. Dopo anni di osservazione in famiglie, case di cura, centri di accoglienza e comunita' terapeutiche che ospitavano persone sieropositive, e' evidente che la semplice convivenza con soggetti portatori del virus non comporta alcun rischio di contagio. Cio' vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale, esclusi i rapporti sessuali. Ne' l'infezione puo' trasmettersi attraverso starnuti, colpi di tosse, urine, feci, vomito, lacrime, ecc.

- L'HIV puo' penetrare attraverso la pelle intatta?
No. La pelle e' un rivestimento che protegge il nostro organismo anche dai virus. Di conseguenza non si corre alcun rischio se una goccia di sangue infetto viene a contatto con la pelle intatta. Naturalmente in situazioni limite dove e' possibile ferirsi, come in ambiente ospedaliero o in casi di soccorso per incidente stradale, e' bene usare precauzioni (es. guanti) durante le manovre di assistenza, evitando il piu' possibile il contatto con il sangue.

- Si puo' contrarre l'infezione bevendo dallo stesso bicchiere o mangiando nello stesso piatto con persone portatrici del virus?
No. L'infezione non si trasmette attraverso bicchieri, piatti, posate, stoviglie e materiali da cucina. Il virus responsabile dell'AIDS non resiste a lungo al di fuori dell'organismo umano. Comunque, il normale lavaggio con acqua e detersivo dei piatti e delle altre stoviglie e' in grado da solo di eliminarlo, qualora fosse presente. Lo stesso vale per qualsiasi tipo di indumento, capo di biancheria, asciugamani, lenzuola, ecc.

- Si puo' contrarre l'infezione facendo uso di servizi igienici pubblici, rubinetti, telefoni o trasporti pubblici?
No. L'infezione non si trasmette toccando oggetti maneggiati o sui quali abbia respirato una persona portatrice di virus. Non si trasmette attraverso l'aria ne' attraverso l'acqua. Nessun pericolo, dunque, riguarda l'uso in comune di bagni, letti, docce, e gabinetti o la frequentazione di palestre.

- La piscina puo' essere un tramite per il contagio HIV?
No. Non si sono mai registrati casi di contagio dovuti alla frequentazione di piscine pubbliche. Inoltre, l'ipoclorito di sodio usato per disinfettare le piscine uccide il virus.

- Si puo' contrarre l'infezione mangiando in un ristorante dove lavori una persona portatrice del virus?
No. Non risultano casi nei quali l'infezione sia stata trasmessa attraverso la preparazione o la manipolazione di alimenti.

- Si puo' contrarre l'infezione usando il rasoio o lo spazzolino da denti di altre persone?
Si consiglia di non usare oggetti altrui che possono determinare contatti diretti sangue-sangue, cioe' che possono causare abrasioni , ferite o punture (rasoi, lamette, spazzolini da denti, forbicine, ecc.). L'utilizzo in comune degli strumenti sopraelencati e' in ogni caso, al di la' del virus HIV, sconsigliato. Questa regola generale di semplice igiene e' fondamentale per evitare lo scambio di batteri ed altri agenti che possono determinare diversi tipi di patologia.

- Le zanzare possono trasmettere li virus dell'HIV?
No. Non ci sono prove che questi o altri insetti abbiano mai svolto un ruolo nella trasmissione dell'AIDS. Il virus, infatti, non sopravvive all'interno dell'apparato salivare delle zanzare. Inoltre, la quantita' di sangue che una zanzara riesce a veicolare pungendo una persona infetta e ripungendo, subito dopo, una persona sana non e' sufficiente a determinare l'infezione.

- Perche' gli assuntori di droghe iniettabili sono a rischio per l'infezione da HIV?
Perche' spesso usano aghi non sterili, contaminati, in quanto gia' utilizzati da altra persona infetta (non basta assolutamente lavare la siringa con acqua o passare un'accendino sull'ago per disattivare l'HIV). Il contagio, dunque, e' conseguenza non di qualcosa che e' contenuto nelle droghe, ma degli strumenti impiegati per l'assunzione che, trattenendo una piccola quantita' di sangue, possono determinare una microtrasfusione infetta. Anche il condividere altri oggetti utilizzati per contenere o preparare la dose (cucchiaino, fiala, filtri, ecc.) puo' essere a rischio.

- Le persone gia' contagiate attraverso siringhe possono trasmettere il virus alle persone con cui hanno rapporti sessuali?
Certo. Una persona puo' acquisire l'infezione in un modo e trasmetterla in un altro. Questo puo' verificarsi in quanti adottano piu' tipi di comportamento a rischio, come ad esempio alcuni tossicodipendenti.

- Come ci si dovrebbe comportare nel caso ci si punga con una siringa abbandonata?
Nel caso di incidente traumatico con una puntura tramite una siringa abbandonata bisogna disinfettare abbondantemente con alcool. E' indispensabile recarsi subito in pronto soccorso per verificare se e' necessaria la profilassi per il tetano e per l'epatite B.

- L'HIV puo' essere trasmesso attraverso un rapporto eterosessuale penetrativo?
Certamente si' se il rapporto avviene senza profilattico. E' noto che anche il rapporto sessuale uomo-donna, in assenza di profilattico, e' a rischio e alcuni studi hanno dimostrato che tale rischio e' maggiore per le donne. Anche le persone che praticano esclusivamente rapporti eterosessuali, dunque, sono a rischio di contagio. A livello mondiale la maggior parte delle persone sieropositive hanno contratto l'infezione da HIV attraverso un contatto di tipo eterosessuale. In Italia una percentuale elevata dei nuovi casi di AIDS segnalati sono registrati tra ragazze non tossicodipendenti che si sono infettate attraverso rapporti eterosessuali.

- Le malattie trasmesse sessualmente possono costituire fattori di incremento del rischio per il contagio?
Si'. Sono cofattori che possono favorire l'acquisizione (o la trasmissione) del virus. Numerosi studi hanno dimostrato che le malattie a trasmissione sessuale, in particolare quelle comportanti ulcerazioni genitali (herpes, sifilide, ulcera molle), aumentano la suscettibilita' all'infezione da HIV. L'uso del preservativo e' efficace nel contrastare non solo l'infezione da HIV, ma anche la maggior parte delle malattie sessualmente trasmesse.

- Perche' si considerano ad alto rischio di infezione i rapporti anali non protetti?
Perche' i rapporti anali sono rapporti sessuali traumatici, possono portare piu' facilmente a contatto liquidi seminali e sangue, o sangue e sangue, e dunque a maggiori probabilita' di contrarre l'infezione. Infatti, l'epitelio del retto e' molto piu' sottile e meno resistente di quello della vagina. Il rapporto anale non protetto, dunque, rappresenta - sia per gli eterosessuali che gli omosessuali - la pratica sessuale a piu' elevato rischio.

- Come si possono ridurre i rischi di contrarre l'infezione da HIV mediante rapporti sessuali?
Per ridurre i rischi di infezione occorre evitare rapporti penetrativi e altre pratiche che possono determinare il contatto diretto tra sangue, sperma e secrezioni vaginali. I rischi possono essere ridotti moltissimo mediante l'uso costante del profilattico che e' la forma di prevenzione piu' semplice ed efficace.

- In quale misura il profilattico (preservativo) elimina il rischio di contagio?
Il profilattico (preservativo) e' una barriera fisica che elimina quasi totalmente il rischio. Si frappone tra le mucose genitali, evitando il contatto tra queste ed i liquidi biologici attraverso i quali si puo' verificare una trasmissione del virus. La sua efficacia e' legata all'appropriatezza dell'uso che se ne fa: si consiglia pertanto di usarlo costantemente e sin dall'inizio del rapporto.

- Quali sono le cause piu' comuni di fallimento dell'azione preventiva del profilattico?
Diverse ricerche condotte in ambito internazionale hanno individuato tre cause principali alla quale ricondurre il fallimento dell'azione preventiva del profilattico: 1) uso scorretto; 2) rottura; 3) difetti di fabbricazione. Se si esclude l'uso scorretto, che dipende da fattori facilmente modificabili, e non si utilizzano profilattici extrasottili, scaduti o fabbricati con prodotti naturali la percentuale di fallimento e' inferiore al 3%.

- Cosa si intende per uso corretto del preservativo?
a) Devono essere utilizzati profilattici in lattice di gomma in quanto forniscono una maggiore protezione nei confronti delle malattie a trasmissione sessuale.
b) Il preservativo deve essere conservato in un luogo fresco e secco. c)
I preservativi non devono assolutamente venire a contatto con oggetti acuminati (unghie, anelli, ecc.)
d) E' necessario usare il preservativo all'inizio di ogni contatto sessuale di tipo penetrativo e orale, in modo da evitare l'esposizione a liquidi che possono contenere agenti infettivi.
e) Indossare il preservativo quando l'erezione del pene e' completa, avendo cura di schiacciare il serbatoio tra l'indice ed il pollice in modo che non ci sia aria al suo interno.
f) Srotolare il preservativo lungo tutto il pene avendo cura di arrivare fino alla base, accertandosi che non vi siano bolle d'aria.
g) Utilizzare una lubrificazione a base di acqua (gel) nel caso in cui quella contenuta nel preservativo non fosse sufficiente. Evitare assolutamente lubrificanti a base oleosa o grassi che possono sciogliere la gomma del profilattico.
h) Subito dopo la eiaculazione e' necessario tenere il profilattico, con l'indice e il pollice, aderente alla base del pene in modo che durante l'estrazione esso non si sfili.

- Si puo' contrarre la malattia praticando solo rapporti orali?
E' sempre consigliabile l'uso del profilattico anche nei rapporti orali in quanto il rischio di trasmissione e' rappresentato dallo sperma, dalle secrezioni vaginali e dalla presenza di sangue.

- Lo scambio di baci profondi con una persona sieropositiva puo' essere rischioso?
Il bacio profondo non e' a rischio in quanto la presenza del virus HIV nella saliva non e' tale da trasmettere il contagio; puo' esserci rischio se le due persone che si scambiano il bacio hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale.

- Alla fine di un rapporto sessuale con una persona sieropositiva, nel togliere il preservativo dopo l'uso, e' rischioso venire a contatto con le mani alle secrezioni presenti all'esterno del preservativo?
La cute delle mani, se integra rappresenta una ottima barriera nei confronti del virus, se invece ci sono lesioni o piccole ferite puo' rappresentare un rischio (anche se non elevato).

- Dopo un incontro sessuale a rischio quando bisogna fare il test e dopo quando la risposta e' attendibile?
La maggior parte delle persone infettate sviluppa una quantità di anticorpi identificabile dai test entro 3 mesi dall'esposizione. Se un test è negativo entro i primi 3 mesi dal contatto andrà ripetuto una volta trascorsi 3 mesi per escludere la possibilità di risultati falsamente negativi. Se anche il test eseguito dopo 3 mesi dal contatto risulta negativo, il soggetto a seguito dell'esposizione non ha contratto l'infezione da HIVi. Durante questi 3 mesi bisogna considerarsi potenzialmente infettati quindi non donare il sangue, o sperma e praticare sesso con il preservativo. Il test si esegue con un semplice prelievo di sangue e con il consenso dell'interessato.


Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa e

Resp. Regionale Associazionismo e Politiche sociali

Valentina Spata

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