lunedì 17 gennaio 2011

La disperazione di un amico!!


“Il lavoro è dignità non è carità. La dignità delle persone è legata al lavoro,senza la quale, si cade nella miseria e nella disperazione”.
Queste parole mi hanno fatto riflettere in merito al dramma che stiamo vivendo, in questo momento, a causa della perdita di un giovane, un caro amico che ha deciso di togliersi la vita in seguito al suo licenziamento per un motivo ingiustificato.

Il tragico suicidio di Paolo ha suscitato una valanga di solidarietà, che non si ferma alle singole parole di sconcerto e di commozione umana. Le voci sono sempre più numerose, i mormorii cominciano a diventare grida. Si grida giustizia nei confronti di una generazione che oggi vede la sua dignità calpestata da un sistema che risulta essere miope rispetto alle esigenze di tantissimi giovani che vivono nell’angoscia per il loro futuro.

Sono cose che non dovrebbero accadere, ma rappresentano una spia rossa, perchè il problema del lavoro è un dramma sociale che va affrontato con molta responsabilità.
Tutti dobbiamo riflettere perché ciò che accade e che può accadere ancora, non è accettabile e ne siamo tutti responsabili.
Non si può tollerare che una persona ponga fine alla propria esistenza perchè non siamo in grado di affrontare , contrastare e lottare questo sistema. Non si può tollerare che la politica tutta e buona parte del sindacato sia impegnato ad occupare le poltrone e a preoccuparsi solo delle vicende elettorali e degli interessi personali fregandosene di fatto dei veri problemi che, come un fiume in piena, stanno travolgendo questo paese, così come la nostra città.

Davanti ad una persona che decide di togliersi la vita bisogna avere profondo rispetto e umana pietà.
E’ arrivato il momento di intervenire, di agire senza porre condizioni o concertazioni di varia natura perchè la disperazione delle persone non viene ascoltata, non trova riscontro nelle nostre istanze!

A quanti morti figlie del sistema dobbiamo ancora assistere e commentare? Credo che il limite di tolleranza sia stato superato da un pezzo.
Questo nostro caro amico ha deciso di fuggire dalla vita per il timore di non avere più un lavoro, per la paura di non essere all’altezza dei suoi obblighi nei confronti della sua famiglia, questo è un problema serio e grave! Sono certa che Paolo non sarebbe mai arrivato a così tanto se non fosse per la sua disperazione e per il fatto che non riusciva ad accettare il motivo del suo licenziamento. Sono sicura che non riusciva a capacitarsi del fatto che il suo datore di lavoro non voleva avere un confronto con lui e sono altresì sicura che lui aveva capito che il suo ruolo di sindacalista era scomodo a qualcuno e per tale motivo è stata trovata una scusa per licenziarlo. Ho letto la lettera mandata dalla ditta che gestisce il supermercato all’interno del centro commerciale e sinceramente continuo a pensare che il motivo sia davvero ingiustificato in quanto dei buoni equivalenti a cinque euro non danneggiano di fatto la ditta e non sono motivo di licenziamento. Inoltre il ragazzo è stato richiamato solo una volta e sempre per motivi futili che non sono stati dimostrati con fatti concreti.

Il licenziamento, così giustificato dalla ditta, per un giovane padre e marito è motivo di profonda angoscia e disperazione che lo porta a perdere la sua identità e che lo spinge, purtroppo, ad essere il protagonista di questa grande tragedia.
Nessuno poteva immaginare che Paolo si potesse spingere fino a compiere questo gesto ma, a volte è proprio questo il problema, nessuno riesce a capire quanto può essere mortificante il fatto che un uomo possa perdere il lavoro e di conseguenza non riesce ad arrivare a fine mese e quindi a mantenere la famiglia. Nessuno riesce a comprendere la frustrazione che colpisce chi viene licenziato senza un motivo giustificabile. Nessuno ha ancora capito quanto importante è per una persona avere una propria dignità.

Sicuramente si dice che i problemi non si risolvono in questo modo, ed è assolutamente vero.
Ma chi siamo noi per giudicare un gesto così drammatico? La paura, il dolore, la solitudine hanno il potere di prosciugare ogni soffio di forza e scegliere di vivere diventa un po' morire. Non mi sento di biasimare scelte così forti, perché credo nell'umana debolezza che tutti abbiamo, chi più, chi meno.
L’unica cosa che mi sento di dire è che dobbiamo riflettere. Riflettiamo bene e cerchiamo di ascoltare quanto più possibile i problemi degli altri, perché spesso anche la persona che ci appare più tranquilla tiene dentro di sé dei mostri che si chiamano pensieri che riescono in pochi attimi a diventare dei veri e propri tormenti che possono distruggere anche la più grande personalità.

Conoscevo bene Paolo, sin da quando eravamo bambini, ed è sempre stato un idealista, un ragazzo che ha sempre lottato per le cose giuste e che non si è mai arreso di fronte agli ostacoli che la vita gli ha fatto incontrare durante il cammino.
Un ragazzo solare, vivace che ha dovuto affrontare gravi episodi che nessuno di noi vorrebbe mai vivere nella propria esistenza. Un ragazzo che non si era mai arreso e che aveva raggiunto grandi obiettivi.
Un grande lavoratore. Siamo stati colleghi, quindi posso confermare con certezza che per lui il lavoro era una grande soddisfazione, un obiettivo che era riuscito a raggiungere, un motivo di orgoglio.

Oggi, tante persone piangono la sua scomparsa e ho visto una chiesa stracolma di amici che non dimenticheranno mai un ragazzo così buono e dolce. Un ragazzo che amava tanto sua moglie e suo figlio e che per loro avrebbe fatto la qualsiasi cosa.
Il dolore sta dilaniando l’intera famiglia e la moglie che ha aveva promesso eterno amore a Paolo e che gli ha regalato un meraviglioso figlio che oggi ha soli 4 anni.
Non si può rimanere indefferenti a ciò. E siamo tutti responsabili perchè quello che si fa non è abbastanza . Ma vorrei che anche altri si reputassero responsabili, tutti quelli che continuano a preoccuparsi di riscaldare delle poltrone anzichè di agire e porre in essere delle strategie per trovare delle soluzioni rispetto al dramma più grande che la nostra generazione, che la nostra gente sta vivendo.

Cerchiamo di aprire gli occhi, una volta per tutte, di mettere da parte l'autoreferenzialità , l'egoismo politico, uniamoci per lottare e combattere questo sistema prima che sia troppo tardi, prima che altre persone cadono nella disperazione più totale.
La crisi la stiamo pagando pienamente e con tutti gli interessi ma il peggio deve ancora venire se continuiamo su questa strada.
Iniziamo a lottare e facciamolo chiedendo giustizia per Paolo, chiedendo chiarezza sul suo licenziamento, chiedendo alle istituzioni e alla politica tutta, di aiutare la sua famiglia e la moglie che oggi (e forse mai) non riesce a trovare le parole per dire al suo piccolino che il papà è volato in cielo come un grande angelo.
Al padre di Paolo, ai fratelli e alla moglie voglio invece dire che il suo gesto non è motivo di abbandono e che loro non hanno nessuna colpa per quanto è accaduto. Paolo ha avuto il bisogno di chiudere gli occhi e percorrere un sogno di vita differente ma con lo stesso amore che ha provato, prova e proverà per sempre nei confronti della sua famiglia.
La morte separa dei corpi ma non le anime che resteranno sempre unite da un grande e profondo amore.

Con tanto affetto

3 commenti:

Emanuele ha detto...

Vale ti voglio bene!! Sei sempre stata e sarai una grande donna, una grande amica e una grande ragusana...
Emanuele

Maria Concetta ha detto...

Valentina tu hai ragione, è un sistema sbagliato che nn funziona così, ma dobbiamo stare attenti a nn farci politica con questo perchè questo sistema c'era anche quando governava la sinistra e con la destra nn è cambiato niente. Di fatto è che chiunque sale pensa solo a riempirsi le tasche e di n oi poveri comuni mortali se ne fregano tutti. Valentina io ho 2 ragazzini minorenni, separata e devo tirare il mese con 600€. Sai come ce la faccio? Perchè ho la fortuna di avere ancora i genitori... Ma posso vivere ancora sulle loro spalle? E quando nn ci saranno? Mica sono eterni? Però chiedere lavoro a 45 anni sembra che sia una blasfemità... Non c'è niente. Sono troppo "grande" e troppo giovane per la pensione... Che devo fare? Il diploma e gli attestati me li posso solo guardare... questo è il grande sistema italiano... W L'ITALIA!!!!

Valentina Spata ha detto...

Maria Concetta, mi dispiace per la tua situazione e posso dirti che ti sono vicina e se potessi aiutarti in qualche modo lo farei. Non so quanti anni hanno i tuoi figli e cosa fanno ma io penso che ogni genitore deve lottare proprio per loro che sono il dono più prezioso che possiamo ricevere.
Per quanto riguarda la politica, io, in questo articolo la condanno tutta, a prescindere dalla mia appartenenza. Penso che sia la destra che la sinistra abbiano le sue colpe e nessuno fino ad oggi ha fatto del bene a questo paese e soprattutto a noi che lo viviamo.
E' giusto che si fanno delle critiche ed è ancora più giusto che noi lottiamo per i nostri diritti e gridiamo giustizia.
Cmq quando vuoi puoi scrivermi e se hai bisogno scrivimi in privato: valentinaspata@yahoo.it
Ciao e buona serata!!!
@ Manu..grazie mille..tvb anche io..