venerdì 31 ottobre 2008

SCUOLA IN SCIOPERO: MARONI DENUNCIA CHI OCCUPA


Studenti, insegnanti e genitori hanno manifestato oggi a Roma, Milano, Torino e in molte altre città contro la legge Gelmini, nel giorno di sciopero nazionale della scuola indetto da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals.
Intanto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha detto che gli studenti che occupano scuole e università saranno denunciati.
"Se ci saranno illeciti ci saranno denunce e per chi occupa illegalmente qualora si presentasse situazione di occupazione abusiva", ha detto Maroni.
Nelle intenzioni degli organizzatori lo sciopero odierno sarebbe dovuto avvenire prima del voto finale di conversione del decreto Gelmini al Senato, ma l'opposizione - che ieri, Udc compresa, ha votato compatta contro il decreto - ha accusato la maggioranza di aver stretto il calendario dei lavori in aula proprio per battere sul tempo i sindacati.
Secondo i primi dati parziali provenienti direttamente dalle scuole e diffusi dal ministero dell'Istruzione in una nota, la partecipazione allo sciopero alle 14,30 era stata pari al 57,1% del personale scolastico, ossia 258.152 dipendenti tra insegnanti e personale amministrativo e ausiliario su un totale di poco più di 452.000. Secondo i sindacati, invece, il 90% degli istituti scolastici italiani sono rimasti chiusi.
A Roma gli organizzatori hanno parlato di 800.000 partecipanti alla manifestazione, provenienti da tutta Italia. La Questura non fornisce stime, ma nel corso della mattinata, oltre al corteo principale da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, ne ha autorizzati altri due: uno da via Nazionale, l'altro da via Cavour.
Il corteo principale è partito alle 9,30, e si è snodato per le vie del centro fino a piazza del Popolo, dove il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha chiuso gli interventi.
Lo striscione di apertura, che riportava le cinque sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero, recitava "Uniti per la scuola di tutti". Era seguito dai bambini con un altro striscione su cui erano disegnati quattro bimbi che si tengono per mano - un nero, un cinese, un indiano e un bianco - tra fiori e farfalle e la scritta "Lui è mio amico".
Poi studenti delle elementari che indossavano magliette verdi con la scritta "Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini", e ancora striscioni con lo slogan "Maestro unico? No, grazie".
Alcuni pullman diretti a Roma per la manifestazione, hanno detto gli organizzatori dal palco di piazza del Popolo, sono rimasti bloccati e le persone a bordo hanno improvvisato una manifestazione sull'Anagnina.
A Milano un corteo è partito da largo Cairoli per arrivare a piazza Duomo.
A Torino, dove secondo gli organizzatori hanno manifestato 100.000 persone, da piazza Castello, dopo l'arrivo del corteo principale, un altro corteo spontaneo di studenti delle superiori e universitari si è diretto alla stazione di Porta Nuova, dove un gruppo di manifestanti hanno occupato i binari 17 e 18 ma sono stati allontanati dalla polizia e fischiati da altri studenti contrari.
Una manifestazione con un migliaio di persone si è svolta anche a Firenze. Qui studenti delle superiori, universitari ed elementi dei centri sociali sono partiti alle 10 da piazza San Marco alla volta del Provveditorato agli Studi, e hanno occupato brevemente la vicina stazione ferroviaria di Campo Marte.
EPIFANI: UN MILIONE IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA
"Avremo in piazza un milione di persone in tutta Italia", ha commentato Epifani a proposito delle manifestazioni che si sono svolte nel Paese.
"E' un intero paese che insorge", ha detto Epifani dal palco di piazza del Popolo. "Oggi voi state segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la democrazia e il futuro del Paese".
"Come si spiega che siamo l'unico Paese con la crisi dove si tagliano 8 miliardi (di euro nella formazione)? ... (Il candidato democratico alla Casa Bianca Barack) Obama ha detto che se sarà eletto farà 20 miliardi (di dollari) di investimenti nella scuola", ha aggiunto il leader sindacale.
"Noi siamo dalla parte della sfida riformatrice... Qui non ci sono fannulloni. Noi non abbiamo niente a che fare con le baronie e non le abbiamo mai volute, ma con i tagli voi non le combattete", ha detto Epifani rivolto al governo, per concludere che "la scuola è grande maestra di pace".
"Noi chiediamo un tavolo di confronto con il governo", ha detto Epifani ai giornalisti. "E' stato il governo a non darcelo. Noi siamo sempre pronti... Io spero che il governo voglia raccogliere il nostro invito al dialogo".
E di confronto parla anche il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, sostenendo, dal palco di piazza del Popolo, che "le scelte per il futuro si fanno con la gente" e che "non si discute la scuola dei lavoratori come se fosse un consiglio di amministrazione".
"Non si fa una riforma con un semplice decreto ... si deve aprire un confronto con l'Italia democratica. Non saremo mai d'accordo con l'epoca dei fasti del federalismo e con questa operazione dirigista", ha detto Bonanni, definendo i tagli "un modo per mascherare la contoriforma in atto".
Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti ha detto che "bisogna modificare questa riforma, non abrogarla e basta".
Tra gli esponenti politici presenti alla manifestazione romana, il leader del Pd Walter Veltroni.
"Il tentativo di radicalizzazione (va) respinto e tutti devono fare la loro parte", ha detto Veltroni commentando gli scontri di ieri a Roma tra studenti di destra e di sinistra, nei quali sono rimasti feriti in modo lieve alcuni agenti e in seguito ai quali le forze dell'ordine hanno arrestato due persone e ne hanno denunciate altre quattro.
Il leader del Pd oggi è tornato a parlare dell'iniziativa referendaria, annunciata ieri: "Penso che il governo dovrebbe ascoltare la voce della scuola. Penso sia giusto e importante continuare questa battaglia (per il referendum) per convincere il governo a ritirare il piano e soprattutto i tagli".
Il leader dell'IdV Antonio Di Pietro ha detto che "i cittadini stanno partecipando con la ferma volontà di non farsi mettere i piedi sopra da una legge che si è preoccupata soltanto di recuperare risorse finanziarie ai danni di un settore come la scuola che è il futuro dei giovani e dei ragazzi".
"NON CADIAMO NEL TRANELLO"
Lotta Studentesca, formazione giovanile di Forza Nuova, fa sapere in una nota di stare "manifestando e scioperando in tutta Italia contro la legge Gelmini, e lo stiamo facendo anche con la sinistra".
"Noi studenti vogliamo restare uniti, e non cadiamo nel tranello approvato dal Governo che ci vorrebbe vedere in faida tra noi. Continuano pacificamente le occupazioni da noi promosse: la protesta proseguirà ad oltranza, e manterremo la linea del non accettare provocazioni da nessuno", prosegue la nota.
Intanto per le due persone fermate negli scontri di ieri a Roma - un 19enne di destra e un 34enne di sinistra - stamani sono stati convalidati gli arresti, come riferiscono fonti giudiziarie. I due sono stati rilasciati, ma verranno processati per direttissima il 17 novembre davanti al giudice monocratico.
COMMISSIONE UE: CONFIDIAMO IN AUTORITA' ITALIANE
Riguardo agli scontri di ieri e alle polemiche sul fatto che le forze dell'ordine, di fronte alle cariche di gruppi di destra, in un primo tempo non sarebbero intervenute, consentendo inoltre l'accesso in piazza Navona di un camioncino carico di bastoni e spranghe, oggi è arrivata la reazione della Commissione Europea.
"Confidiamo pienamente nelle autorità italiane perché facciano chiarezza su questi eventi che sono assolutamente deplorevoli. Comunque è prevalentemente una questione interna", ha detto oggi in un briefing il portavoce della Commissione.
SCRITTODALL'AMMINISTRATORE: PEPPE

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