domenica 15 luglio 2012

Diritti Civili: quello che penso!!


Su tale questione corriamo gravi rischi. Abbiamo detto che la laicità va difesa così come vanno difesi i diritti civili.
Personalmente, sono dell’opinione che la famiglia va difesa ma vanno anche difesi i diritti di tutte le minoranze (sessuali, religiose, culturali, etniche, “esistenziali”) a vivere in una più avanzata cittadinanza.
E’ arrivato il momento di attuare le politiche sociali che mancano per  la famiglia, la scuola, la sicurezza, la casa, il welfare e i giovani, ma bisogna capire che sarà tanto più possibile difendere i valori laici quanto più saranno affermati i valori sociali in modo che nessuno possa insinuare che dei valori prendano il posto di altri.
Quello che ci affligge oggi è il divario tra la grandezza delle nostre sfide e la piccolezza della nostra politica, la facilità con cui ci facciamo distrarre da cose insulse e triviali, il nostro cronico evitare decisioni difficili, la nostra apparente incapacità di costruire il consenso necessario ad affrontare i problemi importanti.  Spesso riteniamo la fede (qualsiasi essa sia) una fonte di conforto e comprensione ma le nostre espressioni di fede producono spesso divisioni.
Crediamo di essere persone tolleranti nonostante le tensioni razziali, religiose e culturali intorpidiscano il nostro scenario. E invece di risolvere queste tensioni o di mediare i conflitti, la nostra politica li ravviva, li sfrutta, li cavalca dividendoci di fatto ancora di più.
Quindi continuiamo a barricarci su posizioni oltranziste fino ad arrivare a dire che i cattolici favorevoli alla legge dell’aborto sono vicini alla scomunica,  o a presentare mozioni a favore di una o di un’altra manifestazione, continuiamo ipocritamente a difendere una famiglia che non è assolutamente minacciata da chi vuole, con estremo rispetto delle decisioni altrui, attribuire alle coppie di fatto diritti e doveri.
Troppo spesso la politica si trova indietro rispetto alla società, troppo spesso attuiamo difese fondamentaliste per chissà quale strategia politica perdendo di vista i veri bisogni e lo stato attuale della società moderna, e poi ci lamentiamo che la gente si allontana dalla nostra politica, che i cittadini non partecipano più, che la gente non si riconosce nelle istituzioni che rappresentiamo,  che i giovani preferiscono i gruppi ed i movimenti ai partiti.
Quindi smettiamola di imporre la nostra morale o quella dettata da qualsiasi altra istituzione, fissiamo delle regole, stabiliamo delle leggi, poniamo dei limiti, come ad esempio quello sulle adozioni, e poi lasciamo alla gente la libertà di scegliere se convivere, sposarsi civilmente, sposarsi in chiesa o dare vita ad un unione civile nel rispetto di tutti, nessuno escluso. Tuteliamo tutte le famiglie,  ogni forma di famiglia, ogni forma di unione senza dare vita a persone che si possano sentire figlie di un dio minore. 

Questa battaglia di civiltà deve andare di pari passo con quella sul diritto di cittadinanza. Bisogna riconoscere diritti e doveri che debbono essere uguali per chiunque nasca in Italia.  Dobbiamo essere contro la cittadinanza a punti che crea cittadini di serie A e di serie B. Il diritto di cittadinanza è un diritto assoluto e non può essere sottoposto a valutazioni e ad esami. Chi nasce in Italia è italiano e ha diritto a formazione, assistenza, lavoro. Chi viene in Italia da altri paesi deve essere accolto e aiutato a non cadere nelle mani della criminalità organizzata. Tutto il mondo è paese e se un extracomunitario viene in Italia per delinquere sarà la giustizia a giudicarlo e condannarlo così come per un italiano.
Siamo nel 2012 e anche il nostro paese deve evolversi per un vivere insieme in una comunità che, oggi, ha bisogno di più coesione sociale.
Valentina Spata


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