mercoledì 27 gennaio 2010

27 GENNAIO IN RICORDO DELLA SHOA!!!!


27 GENNAIO 2010: LA MEMORIA DEL PASSATO.

LA RIFLESSIONE DEL FUTURO


Oggi è il Giorno della Memoria, istituito con la legge n°211 dal Parlamento Italiano e dedicato al ricordo della Shoah, ossia al genocidio degli ebrei compiuto dalla ferocia nazista nell’ambito di quello che storicamente viene definito “olocausto” che riguardò anche omosessuali, comunisti, Rom, testimoni di Geova. Lo scopo è quello di tenere vivo il ricordo di quei tragici avvenimenti, non per un mero esercizio di “tribunalizzazione” della storia, ma per tenere fermi, nelle menti e nei cuori, di quelle generazioni che non hanno vissuto quei tragici episodi e trarne da questo i giusti insegnamenti.

Il testo dell'articolo 1 della legge definisce così le finalità del “Giorno della Memoria” : “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati ”.

Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, è celebrato anche da molte altre nazioni, tra cui la Germania e la Gran Bretagna, così come dall'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[2] del 1° novembre 2005.

Pertanto il 27 Gennaio il mondo ricorda ciò che nel 1945 fu costretto a vedere: l’orrore supermo quando furono aperti i cancelli di Auschwitz, luogo simbolo di quella barbarie.

Rendere omaggio e dallo stesso tempo imparare, perchè è soprattutto l’ ignoranza che spesso consente letture distorte di mistificazione intrise di malafede.

Il Giorno della memoria non può essere solo , quindi, un momento commemorativo, ma bisogna ricordare questo grande orrore ogni giorno affinchè si inizi a combattere ogni singolo atto di violenza

Abbiamo il dovere di non dimenticare e di sensibilizzare i cittadini, e in particolare le nostre generazioni più giovani, a vigilare perché l’uomo non torni ad essere una bestia. Ma ad oggi ci sono tante situazioni nel mondo nelle quali, non avendo i riflettori della cronaca, si consumano genocidi. Anche per queste persone vada nel “Giorno della Memoria” il nostro pensiero.

Ma noi, Giovani Democratici, pensiamo che l’orrore del passato non possa rimanere sepolto nei libri di scuola poiché la lotta contro la follia razzista e antisemita non è ancora vinta.

Facciamo ancora più fatica a far comprendere che, se non vogliamo che la memoria sia solo contemplazione del passato, vada stabilito e rafforzato il rapporto tra memoria e presente, legato alla comprensione delle intolleranze, violenze, razzismi, autoritarsmi, emarginazioni e prevaricazioni dei diritti umani dei nostri giorni. A tal proposito, pensiamo che oltre a ricordare questa giornata dovremmo prima di tutto analizzare ciò che oggi accade nel nostro paese. Si parla tanto di questa giornata e nessuno mette alla luce la contraddizione tra l’intensificazione delle presenze in luoghi della memoria dello sterminio ebraico di esponenti della destra e le cento occasioni di comportamenti intolleranti e razzisti da essi messi in atto nell’attività di Governo (schedatura con impronte digitali per gli zingari, classi differenziali per immigrati, cauzioni e fideiussioni per i permessi di soggiorno, carcere per i clandestini, non ultimi gli episodi di Rosarno in cui molti extracomunitari sono stati anche picchiati dalle forze dell’ordine).
Ma facendo una analisi ancora più complessa vediamo che tutto ciò si ripercuote anche sul piano culturale in quanto assistiamo ad una sterilizzazione del razzismo e dello sterminio poiché non si fa altro che parlare del più tragico del fenomeno ma, non si parla di ciò che la ricerca storica, sociale e antropologica hanno messo in chiaro in maniera quasi definitiva. Cioè che il legame tra violenza e razzismo è stato coessenziale all’esistenza del nazifascismo in Europa: la Shoah non ci sarebbe stata senza di esso ed il nazifascismo non sarebbe esistito come tale senza la crescita esponenziale di violenza praticata ed istituzionalizzata, al culmine della quale c’è la Shoah. Lo sterminio degli ebrei è il delitto contro l’umanità più abietto e più tragico. Programmazione, organizzazione e pratica della eliminazione fisica-biologica di un popolo si è accompagnato alla pratica di eliminazione fisica sistematica di tutti coloro che erano d’intralcio al “Nuovo ordine europeo” del nazismo: avversari politici interni (prime vittime pianificate di campi di sterminio), menomati fisici e psichici, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, prigionieri militari sovietici, ecc.

Senza tralasciare anche il tentativo di eliminazione e distruzione del carattere nazionale di un popolo (i polacchi) e l’obiettivo di riduzione in condizioni di “minore umanità” (cioè schiavitù) degli slavi. Se vogliamo, possiamo aggiungere la pratica sistematica dell’uccisione di massa al di fuori delle azioni militari, cioè le innumerevoli stragi di dimensioni variabili, molto spesso non slegate da quel “diritto di rappresaglia”, delle quali anche l’Italia fece esperienza profondamente dolorosa (come a Mascalucia, in Sicilia, quando i nazisti erano ancora alleati dell’Italia fascista, a quelle degli ultimi tempi di guerra a ridosso della via per il Brennero).

Definizione significativa di Primo Levi, secondo il quale l’organizzazione e la stratificazione del potere nel Lager non è che la metafora o il modello dell’organizzazione del potere nella società fuori del Lager e Vittorio Emanuele Giuntella (storico, che ne aveva fatto l’esperienza diretta come internato militare) già nel 1978, in un libro su “Il nazismo e i Lager” )oggi ripubblicato da Studium) aveva tracciato le linee fondamentali del rapporto tra il Lager e sistema di potere nazista.

Non dire queste cose e non farle comprendere alle nuove generazioni di giovani delle scuole, significa non far comprendere in quale abisso il fascismo italiano, complice del nazismo e suo alleato e sottoposto, avesse fatto precipitare l’Italia e il suo popolo. Significa presentare il fascismo italiano come “totalitarismo da burletta”, che inviava gli oppositori politici in “luoghi di villeggiatura”.

Quando parliamo di Olocausto non possiamo non ricordare che l’uomo ha praticamente distrutto l’esistenza di tantissime persone a cui è stata privata la dignità stessa di essere uomo o donna.

Guardando i film, i video e le testimonianze tutte della Shoah vediamo con i nostri occhi come l’uomo è riuscito ad essere una “bestia” rendendo animali coloro che hanno subito l’orrore solo per essere considerati diversi.

E’ proprio di questo che ci dobbiamo preoccupare, che l’uomo possa ricommettere questi errori anche oggi.

Il giorno della memoria deve far crescere una vera coscienza pubblica, altrimenti non ha senso ricordarlo e commemorarlo.

Il “motto” di Primo Levi, ad esempio, implica una critica dell’ unicità esclusiva: “ è successo, dunque può di nuovo succedere”. E infatti, se non adesso per noi, per altri accade. Più che un fatto unico, la Shoà è il culmine di una catena senza fine. Questo è il paesaggio che dobbiamo mostrare, per ribaltare la competizione tra le vittime in solidarietà e reciproco riconoscimento.

Io penso che una parte della destra italiana debba iniziare a misurarsi col razzismo e la xenofobia. Che esiste oggi un uso politico della Shoah che non riesce a dare un significato vero al giorno della sua commemorazione. Combattere, concretamente, ogni forma di violenza, razzismo e ghettizzazione dell’altro. A tal proposito, penso che prima di tutto, l’esempio deve essere dato dalle istituzioni che ci rappresentano e che ci guidano nella convivenza nella nostra società.

Mi riferisco in modo particolare alla Lega-Nord che oggi non fa altro che disprezzare il Meridione cercando in tutti i modi una sua “ghettizzazione”. Sono queste le riflessioni che dobbiamo iniziare a fare proprio per non ripetere gli stessi errori. Dobbiamo iniziare a parlare concretamente di ciò che potrebbe ripetersi, anche se in modo differente, di errori che possono diventare orrori. E l’esempio deve partire proprio da chi guida un paese e da chi dovrebbe diffondere nel modo giusto una coscienza pubblica necessaria alla buona convivenza.

Riflettere sulla Shoah per noi, Giovani Democratici, vuol dire emanciparsi da un discorso che si limita a descrivere gli orrori che sono accaduti tanti anni fa. Significa prevenire attraverso comportamenti antirazzisti. Significa attuare delle politiche che possano diffondere la cultura del vivere civilmente in una società. Ma vuol dire anche diffondere la cultura del rispetto per i diversi e dei diritti di cui godono tutti gli uomini.

Perché nessuno possa mai più domandarsi, un giorno, di se stesso, “Se questo è un uomo”.

Il responsabile Politiche Sociali Gd Sicilia

Valentina Spata

1 commento:

Marcello ha detto...

Valentina, complimenti davvero, sei sempre attenta a tutto. Riesci veramente a coinvolgerci tutti nei tuoi discorsi nei tuoi articoli pertanto ti vorrei proporre di creare momenti di confronto nelle scuole, di parlare magari insieme ad alcuni giovani di destra, del rapporto che oggi esiste tra la politica e i giovani. Io penso sinceramente che tu possa essere il futuro di tanti giovani, che tu con il tuo percorso possa essere una grande e vera alternativa ai politici di oggi. Quindi ti invito a pensare di organizzare una serie di dibattiti utili ai giovani per capire che partecipare all'interno dei dibattitti politici è importante e necessario per il nostro futuro. Io insieme ad altri pensiamo davvero che tu possa essere in politica un ottimo referente per le nuove generazioni.
Grazie
Marcello

su face ti mando poi il mio numero di tel e la mia email.