lunedì 9 maggio 2011

Per non dimenticare due grandi uomini: Peppino Impastato e Aldo Moro



“Quando un uomo con la pistola incontra un giovane con la biro, quello con la pistola è un uomo morto. Insieme anche la mafia si può combattere”. Roberto Benigni con questa frase ha ricordato Peppino Impastato, politico, attivista e conduttore radiofonico italiano, assassinato il 9 maggio del 1978 da Tano Badalamenti a Cinisi.


Aldo Moro, statista e uomo politico, ucciso dalle Brigate Rosse, un sequestro lungo, che nonostante tutti i processi, ancora oggi ha tanto da “svelare”, misteri sul sequestro, sulla trattativa, sul perchè troppo poco venne fatto per restituire la libertà a Moro, l’uomo, il padre, il professore, centinaia di migliaia i chilometri di carta usate per scrivere le indagini, le sentenze, i libri, e poi, i film, le sceneggiature, tanto si è detto, tanto si dice ma nonostante tutto un alone di mistero avvolge ancora oggi il cosiddetto caso “Moro”.

Mentre Moro veniva ucciso dal commando brigatista, a mille chilometri di distanza nella “terra dei vespri e degli aranci” , la mia terra, la nostra Sicilia, per mano mafiosa moriva Peppino Impastato, ai tempi indicato come “terrorista”, un giovane che, combatteva la mafia, un giovane che faceva politica in quei luoghi dove il potere mafioso invece era organizzato come struttura parastatale…. Peppino lottava per un mondo migliore, per una Sicilia terra di legalità.

Due storie diverse, due grandi uomini che con il loro coraggio e il loro sacrificio ci hanno insegnato che la mafia e il terrorismo si possono vincere e sconfiggere.

Il loro esempio deve guidarci nelle azioni quotidiane. Il loro ricordo deve rimanere impresso nelle nostre menti.

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