domenica 1 maggio 2011

1 MAGGIO 2011: UNA GRANDE FESTA TRA BEATIFICAZIONE E DIRITTO AL LAVORO



Oggi, 1° Maggio 2011, un giorno memorabile, un giorno in cui tutto il mondo, unito, partecipa alla Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II, il giorno che, forse non a caso scelto, celebra anche la Festa del Lavoro e dei Lavoratori.

Questo giorno ricorda l’unità di tutti i lavoratori: "Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa”. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora.
Alla realtà del lavoro, Papa Wojtyla ha dedicato tre Encicliche: Laborem Exercens, Sollecitudo rei socialis e Centesimus Annus e innumerevoli discorsi, alcuni pronunciati visitando di persona alcune fabbriche di tutto il Mondo. In particolare ricordo il primo incontro di Giovanni Paolo II con il mondo operaio avvenuto il 9 dicembre del 1978.
La particolare sensibilità del Papa Beato verso il mondo del lavoro affonda le radici in una sua esperienza personale: da giovane, infatti, Karol Wojtyla aveva lavorato in una cava di pietra e poi in una fabbrica chimica della Solvay.  Quindi conosceva perfettamente il sudore del lavoro, i sacrifici e i dolori della classe operaia.
Aveva una sensibilità, una percezione delle preoccupazioni dei lavoratori e una capacità rassicurativa a dir poco straordinaria.  Un Papa che è stato un grande uomo che ha sempre difeso il lavoratore, “propugnando l’urgenza di un’autentica giustizia sociale”. E rivolgendosi ai lavoratori cristiani, il nuovo Beato invita “alla santificazione del lavoro”, perché il Lavoro è dignità, perché il lavoro è il bene della società.
Un Papa che oltre a far conoscere il Vangelo, ha parlato al Mondo, ai lavoratori e soprattutto ai giovani. E’ stato vicino alle nuove generazioni cercando di infondere in loro il senso della vita. “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro” , “Non abbiate paura” con queste parole, più volte ripetute, è stato un punto  di riferimento per le nuove generazioni.  Era diverso dagli altri perché non parlava loro solo di Chiesa, di religione, ma anche dei loro problemi esistenziali, dell’amore, del significato del lavoro e del matrimonio.  
Ritornando al tema del lavoro, Per il Papa polacco  "il lavoro produce non solo ricchezze materiali, esterne all'uomo, ma anche ricchezze spirituali, a lui interiori, quali la solidarietà, l'amicizia e la fratellanza. Se concepito così, il lavoro fa superare la concezione pragmatica del progresso, come beneficio immediato di chi lo compie, e lo configura come servizio ad ogni uomo e come promozione della sua dignità”.  "Ogni lavoratore, disse, è testimone del valore che ha il suo lavoro, poiché esso è una realtà strettamente legata all'uomo e alla sua identità".
Per questo, proprio nella festa di san Giuseppe, Giovanni Paolo II rilanciò il "vangelo del lavoro" che "mette in guardia contro ogni tentativo di ridurre l'uomo ad un semplice ingranaggio della grande macchina della produzione".
E da queste parole che emerge il significato vero del lavoro, significato che oggi è profondamente cambiato.La nostra Costituzione all’articolo 1 recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Ecco, ricordiamoci allora il senso del 1 maggio, che non deve essere solo la giornata delle manifestazioni, dei comizi politici e del concertone a Roma. Il senso di questa giornata è nato per ricordare la conquista di un diritto: l’orario di lavoro in 8 ore, che oggi diventa la lotta per la conquista del diritto di tutti gli uomini, di tutte le donne e di tutti i giovani ad avere un lavoro.
Se ne ricordino anche i sindacati sempre più divisi tra di loro e, fatta qualche eccezione, sempre più pronti a difendere l’interesse della lobbie in se che rappresenta che non l’interesse dei lavoratori che vi sono iscritti!
E vi pongo una domanda: “come porre fine al paradosso della crescita della povertà in mezzo all’abbondanza?”  Dobbiamo cercare di dare una risposta significa ritrovare la forza di un sogno collettivo che inizi ad erigere una diga all’ingiustizia globalizzata.
Chi può erigere questa diga? siamo noi, donne e uomini di questo paese. Solo il nostro impegno, la nostra responsabilità, la nostra passione, la nostra indignazione sono in grado di sbarrare la strada che oscura il futuro.  Di fronte alle patologie sociali e al dolore causato dal liberismo, non credo sia sufficiente cambiare un governo con un altro, occorre cambiare il modo di intendere il mondo. Siamo noi, uomini, donne e giovani che subiamo ingiustizie da troppi anni, a dover costruire futuro nel presente, senza aspettare qualche leader miracoloso, e senza lamentarci di non essere rappresentati.  Rappresentiamoci! diceva recentemente Rossana Rossanda.
Possiamo tutti insieme, generazioni diverse, pensare ad una giornata che ponga l’articolo primo della Costituzione all’attenzione del Paese. Chiedere una Politica che si occupi del mondo del lavoro affinchè  l’occupazione cresca e  pensare ad una giornata che rivendichi il diritto al lavoro contro la disoccupazione e la precarietà di massa. Dobbiamo scendere nelle piazze insieme ai lavoratori perché la disoccupazione è un colpo al cuore alle libertà dei popoli.

Una giornata che sia il punto di partenza per un impegno quotidiano contro chi in maniera cinica continua a brindare alla disoccupazione perché non fa crescere l’occupazione, i salari e le pensioni.
E come diceva Papa Giovanni Paolo II, “non abbiate paura”….  Di essere uomini, di essere donne, di essere giovani e di lottare per ottenere i nostri diritti!! Il Lavoro è un nostro diritto!!

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri
che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si
dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei
giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io
guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro
a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro
di pace sta nei vostri cuori. [...] Dovete essere persone con una profonda
fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della
vocazione umana.

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace



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