In un territorio a vocazione
turistica come quello ragusano, nel periodo estivo si avverte maggiormente il
disagio dei soggetti disabili, per i quali diventa difficile la fruibilità
delle spiagge libere e di buona parte degli stabilimenti balneari presenti, e
ancor più l’ingresso in acqua.
Le persone con problemi motori,
infatti, non possono raggiungere agevolmente il bagnasciuga, e meno che mai
entrare in acqua. E’ per tali motivi, che ogni anno, considero la nostra località marittima ancora
un luogo pieno di ostacoli e di barriere e soprattutto mancante di quegli adeguamenti strutturali,
previsti dalla normativa vigente, che permettano ai diversamente abili la
visitabilità della spiaggia pubblica e soprattutto l’effettiva possibilità
di accesso al mare.
Mancano adeguate discese a mare
che permettano loro di arrivare in prossimità della battigia, e poter sistemare
la propria sdraio/sedia e ombrellone, senza doversi impantanare nella sabbia
con la carrozzina.
In merito a quanto sopra, esiste
la legge n.104 del 5.12.1992 che promuove la piena integrazione della persona diversamente abile
nella collettività; in particolare all’art.8 prevede iniziative volte a ridurre stati di esclusione
sociale ed interventi diretti ad eliminare o superare le barriere fisiche ed architettoniche; poi vi è la
Legge n.13 del 9.01.1989 ("Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere
architettoniche"); a seguire, il Ministero della Marina Mercantile ha emesso una Circolare n. 259 del
23 gennaio 1990 che estende l'applicabilità delle norme sull'accessibilità anche agli
stabilimenti balneari, obbligando così i concessionari ad apprestare almeno una
cabina ed un locale igienico idoneo ad accogliere persone con ridotta od
impedita capacità motoria o sensoriale,
nonché di rendere la struttura stessa «visitabile» nel senso specificato dall'art. 3 punto 3.1 del Decreto
n.236/1989, soprattutto in funzione dell'effettiva possibilità di balneazione, anche
attraverso la predisposizione di appositi «percorsi orizzontali».
Tali norme che obbligano i concessionari
di spiagge pubbliche ad offrire una dotazione di base sufficiente a garantire la
visitabilità delle loro strutture, deve rappresentare, per le Amministrazioni pubbliche e per i gestori degli
stabilimenti balneari, il punto di partenza da cui sviluppare ulteriori riflessioni sull'effettiva
capacità di accoglienza degli stabilimenti balneari e delle spiagge pubbliche.
Infatti, secondo tali
disposizioni, si doveva garantire anche alle persone con difficoltà motorie l'accesso ad uno dei beni più
apprezzati della nostra isola: il mare.
Purtroppo si è visto che rispettare
e far rispettare la normativa non basta. Pertanto uno stabilimento balneare o
la spiaggia libera pubblica, oltre a considerarsi "a norma", dovrebbe
essere completamente accessibile a tutti e soprattutto garantire ai
diversamente abili un mezzo idoneo per entrare in acqua.
A tal proposito,
presenterò, in qualità di assistente sociale, una richiesta specifica all’Amministrazione
Comunale per provvedere alla
realizzazione di accessi
attrezzati con passerelle, docce e servizi igienici accessibili per soggetti portatori
di handicap presso le spiagge libere, e postazioni accessibili e mezzi idonei
per l’ingresso in acqua presso gli stabilimenti balneari. Se non dovesse essere
presa in considerazione provvederò ad organizzare una petizione popolare.
Valentina Spata
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