lunedì 26 novembre 2012

In Sicilia cresce la protesta per il "No Muos"!!




A NISCEMI (provincia di Caltanissetta), comune molto vicino alla Provincia di Ragusa si nasconde una base militare americana poco nota ma oggetta di una nuova campagna ambientalista e pacifista. Qui, nel 1991, gli americani installano un centro militare di terra e piantano 41 antenne con lo scopo di monitorare gli spostamenti delle forze belliche dell’area euromediterranea. Il tutto a 2 chilometri e mezzo dal centro abitato e nel cuore della riserva naturale della Sughereta, 3000 ettari di querce da sughero e macchia mediterranea. Nel 2001, gli americani fanno richiesta all’Italia di poter impiantare, nella stessa identica area e a fianco delle 41 antenne, tre parabole del MUOS (Mobile User Objective System), un sistema di telecomunicazione a elevatissima potenza elettromagnetica esistente solo in altri tre stazioni di terra al mondo: Hawaii, Australia e Virginia. Per sei anni nessuno ne parla. Nel 2007, però, le richieste di autorizzazione per avviare i lavori arrivano in Regione e la vicenda diventa nota. La società civile si mobilita e nascono in molti comuni tra Ragusa e Caltanisetta i comitati No MUOS che iniziano una serie di iniziative di protesta e mobilitazione. Nel novembre 2011, però, arriva l’ok definitivo ai lavori. Da allora la rete No MUOS si allarga e i comitati si organizzano per portare la questione all’attenzione nazionale. 
Dopo che una delegazione dei comitati, insieme ai sindaci di Niscemi e Vittoria, è sbarcata in parlamento per due audizioni (una alla Commissione difesa della Camera e una alla Commissione uranio impoverito del Senato)ed  è stata ritirata l'autorizzazione per procedere all'installazione delle antenne. Purtroppo, dopo le elezioni regionali siciliane avvenute lo scorso mese, tale autorizzazione revocata precedentemente viene nuovamente attivata.


 Uno degli aspetti più inquietanti di questa vicenda era proprio legato al fatto che la decisione del sì all’installazione al sistema MUOS a Niscemi non fosse mai passata da un Consiglio dei Ministri, né fosse mai arrivata in Parlamento.  Come fosse una questione “locale”. E invece qui ci sono due problemi che non riguardano solo la Sicilia, ma sono di assoluto interesse  nazionale. Primo: una nuova militarizzazione del territorio da parte degli Stati Uniti. Secondo: un potenziale inquinamento di livelli elevatissimi, in una zona già gravemente colpita dall’elettrosmog prodotto dalle 41 antenne preesistenti. Il Ministero della Difesa ha revocato l’autorizzazione fino a dopo le regionali, adesso non comprendiamo il motivo per cui l’ha riattivata. E’ inconcepibile!!

Spieghiamo bene cos’è esattamente il MUOS.
Immaginiamo tre parabole-mostro, ognuna poggiata su una grossa base in cemento. Con un fascio di proiezione che raggiunge tutta la provincia di Ragusa e Siracusa. E onde elettromagnetiche di elevatissima potenza.

Che ci fanno gli americani con le parabole-mostro?
Raccolgono in tempo reale informazioni sulle forze di terra, mare, aereomobili e sommergibili. Insomma, controllano “live” tutto il loro sistema militare. Le informazioni raccolte con le antenne Muos servono anche a dirigere i droni, gli aerei militari senza pilota che sono il futuro dei conflitti bellici. Grazie al MUOS, avremo aerei senza pilota, telecomandati da terra, in grado di bombardare e uccidere. Peraltro, sarà proprio Sigonella una delle future basi aeree strategiche per la partenza dei droni. Niscemi, Sigonella, l’aeroporto militare di Trapani: la Sicilia è invasa. E invece va smilitarizzata.

La nostra è una protesta pacifista. Ma anche a tutela della salute dei cittadini della zona. Cosa rischia chi abita a ridosso delle parabole?
Il comune di Niscemi ha chiesto una consulenza, su questo, a due professori tra i massimi esperti nel settore. Sono emerse tre cose. Uno: la zona di Niscemi è già vittima di emissioni elettromagnetiche sopra i limiti consentiti dall’Arpa, dovuti alle 41 antenne già installate dal ’91. Due: i campi elettromagnetici delle parabole Muos, in presenza di incidenti – ad esempio un terremoto – o errori umani che dovessero puntarle verso il suolo possono creare danni gravissimi e immediati alla salute della popolazione che abita nel raggio di 6 chilometri. Parliamo di possibili necrosi, ipertermie, cataratte etc. Tre: i danni a lungo termine, se le parabole vanno a regime, si estenderebbero a tutta la popolazione nel raggio di 60-70 chilometri dalla zona. In questo caso parliamo di possibili tumori, in particolare del sistema linfatico, e gravi problemi alla tiroide e al sistema endocrino.

Qual è l’area che rischia di essere più colpita?
La zona di Ragusa, che peraltro è molto antropizzata. Ma gli esperti hanno scritto che potrebbero esserci problemi di circolazione aerea che rischiano di coinvolgere il nuovo aeroporto di Comiso ed estendersi anche al traffico aereo di Catania Fontanarossa.

Ma a che punto è la costruzione delle antenne?
Purtroppo dalle autorizzazioni dello scorso novembre a oggi i lavori sono andati molto avanti. Se si entra nella riserva della Sugherata e dopo 3-4 chilometri a piedi si arriva fino alla recinzione della base militare si può vedere a occhio nudo che le basi in cemento delle tre parabole sono già pronte e, ai piedi delle basi, stanno componendo in queste settimane le parabole stesse. L’impianto rischia di essere pronto a breve: serve solo che le parabole siano assemblate e che una gru le collochi sulle basi cementizie. Infatti, in questi giorni abbiamo avvistato l’avvicinamento di mezzi pesanti che serviranno a installare le antenne muos. A Tal proposito, il Comune di Niscemi, di proposito, non ha rilasciato le autorizzazioni per l’ingresso ti tali mezzi. Inoltre, tutti i comitati “No Muos” siciliani hanno organizzato dei presidi (giorno e notte) per bloccare questi mezzi e non farli passare. I presidi si trovano in tutte le strade che arrivano alla base. A Questo punto, bisogna fare presto!! Dobbiamo rallentare i lavori e allo stesso tempo coinvolgere, come già abbiamo fatto, sia il Presidente della Regione Rosario Crocetta, che si sta impegnando per ottenere quanto prima la revoca e l’eliminazione dell’autorizzazione ministeriale e anche il governo Nazionale.

Quali sono le prossime mosse dei comitati No Muos?
Bloccare i lavori e diffondere i dati che abbiamo presentato anche in  Commissione uranio impoverito del Senato che si è impegnata formalmente a interpellare il Ministro della Difesa e la Regione Sicilia. Dai dati è risultato evidente un quadro di impatto ambientale drammatico e ci sono i presupposti perché sia concessa una moratoria in via precauzionale dell’autorizzazione dello scorso novembre.

Cosa significa “moratoria in via precauzionale”, in termini pratici?
I dati sull’inquinamento elettromagnetico della zona sono tali da richiedere nuove e più accurate indagini. È possibile, se il Ministero della Difesa e la Regione intervengono per tempo, che i lavori del Muos vengano bloccati per la necessità di ulteriori ricerche ambientali. Noi pretendiamo che tali ricerche vengano effettuate da esperti e non da “persone poco attendibili”.

Nel frattempo, il movimento sta crescendo, i comitati si stanno moltiplicando in tutta la Regione e si è costituito un coordinamento dei Sindaci di Niscemi, Vittoria, Modica, Acate e Scicli. Dimostreremo a tutti la nostra forza. Non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci!





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