mercoledì 26 giugno 2013

AMMINISTRATIVE RAGUSA: IL TRIONFO DI FEDERICO PICCITTO E IL TONFO DEL SISTEMA DIPASQUALE.

Vi ricordate quando le donne in estate per lavare il marciapiede da mosche, formiche, scarafaggi e caldo gettavano una secchiata d’acqua che puliva l’ambiente e rinfrescava l’aria? L’elezione di Piccitto è stata così, si è tirata via tutto in un colpo solo. Itavinni! – ha detto Ragusa e poi si è emesso un bel respiro di sollievo e un augurio affettuoso a questo giovane che guiderà la nostra città. Un successo straordinario esploso in così poche settimane – nessuno conosceva Federico Piccitto – lo si comprende solo attraverso un processo di identificazione valoriale con il candidato. Ogni ragusano esausto del vecchiume e del marciume si è ritrovato di fronte – quasi per miracolo – un ragazzo che rifletteva l’onda ribelle che la comunità nutriva in cuore e lo ha abbracciato con passione violenta. Il settanta per cento è molto di più del consenso – una fredda adesione che comunque scalda la democrazia -, è una stretta collettiva per spazzare via gli anni bui e risorgere. Bisognava guardarli durante i festeggiamenti per capire quanto era diversa l’emozione che si stava vivendo rispetto alle prese di Palazzo a cui abbiamo assistito in 19 anni! Non c’era alcun volto truce che si leccava i baffi pregustando posizionamenti favorevoli per la coltivazione del proprio interesse, e neppure un viso atteggiato ad assaporare vendette. Erano così seri da fare tenerezza. La felicità non era offuscata ma certamente già intrisa dal dovere, e guardarli era struggente perché quella operazione di travaso – avere riposto la stanchezza, la rabbia e la speranza residuale nelle mani di questi giovani – si è capito subito che era stata un’ultima ma giusta intuizione. Giovanni Cosentini non è uno sconfitto, è già un’ombra che è subito sparita. Sembra il film Roger Rabbit dove c’è chi lotta per la giustizia e la libertà e chi si scioglie. Nello Dipasquale ieri sembrava il giudice del fumetto che si sbarazza degli scagnozzi e pensa solo a se stesso. C’è stata un’intervista dove l’onorevole per contenere la preoccupazione per la botta ricevuta alla sua immagine ha scelto i toni sarcastici, e questo camuffamento lo ha invece denudato sino all’osso del suo Io. Non ha pronunziato – Nello Dipasquale – neanche una volta il nome di Cosentini e si è lanciato in un contorcimento rancoroso-giustificativo quando ha detto: Ora per la prima volta potrò passare una bella estate, una bella vacanza (come se non se ne fosse fatte in abbondanza, ndr) senza pensare alla fognatura e a tutto il resto. Proprio vero, abbandoni la gestione delle fogne e si goda la sua poltroncina da 20 mila euro al mese ottenuta diventando comunista! Cosentini è rimasto inchiodato ai suoi degnissimi novemila voti ma è stato travolto perché la onda ha schiantato l’intero sistema Dipasquale andato irrimediabilmente in frantumi. Le scatole dell’inganno – territorio, megafono – hanno avuto una tenuta minima, hanno retto il tempo del salto alla Regione, son servite persino ad abbindolare Crocetta, – che già inneggia al trionfo di Piccitto – e poi si sono sbriciolate. Tutti birilli caduti rovinosamente per terra, in testa Calabrese, il Segretario del Pd, spiazzato a destra, a sinistra, di sopra, di sotto e di lato: fa pena, più di Cosentini che almeno il titolo di amico di Cuffaro non glielo leva nessuno. Il trionfo di Piccitto è però anche il trionfo della lealtà, della generosità, della lungimiranza dei movimenti civici di centro sinistra, Città e Partecipiamo. Federico Piccitto li ha voluti sempre accanto Platania e Iacono nel momento del trionfo ed è un segnale di unità per la ricostruzione. L’ultima cosa sui grillini ragusani che ora stiamo conoscendo. Gentili, pacati, seri, sorridenti, giovani, mettiamoci dentro ogni qualità, ma c’è una cosa che li accomuna: hanno l’occhio giacobino, una specie di mutamento repentino dello sguardo. Mentre parli con loro si percepisce che inseriscono una retromarcia nel cervello, stringono leggermente l’occhio, ti soppesano, come le tartarughine rientrano lentamente nel guscio della loro anima, cliccano la funzione “sospetto” e poi riprendono i normali contatti. E’ un attimo. E’ l’occhio giacobino, lo possiede anche Federico Piccitto questo ragazzo straordinariamente positivo e pulito che cammina tenendosi per mano con la fidanzata. E’ l’occhio giacobino, è il ritorno all’etica, ci vuole eccome per la nostra Ragusa.
 

Nessun commento: