martedì 5 novembre 2013

L'On. Pippo Civati in Sicilia. Secondo giorno: Palermo, Monreale, Trapani



Su (e giù) di Giri!

La mattina ci svegliamo a Messina. Alle 8.00 andiamo a fare colazione con Pippo e Francesco. 
Compriamo i giornali e poi alla volta di Palermo. 

DIREZIONE PALERMO



TERZA TAPPA. PALERMO: CON I RAGAZZI DI ADDIO PIZZO E CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI CIVATI  PRESSO L'ARS (ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA).

Stanchissima decido di far guidare Francesco. Alle ore 10.30 arriviamo a Palermo immersi nel solito traffico di via Oreto. 
Arriviamo alla sede di "Addio Pizzo" dove ci attende un gruppo di ragazzi. 
Una calorosa accoglienza. Un appartamento molto grande. Ci fanno accomodare in un salotto. 
Io e Pippo ci sediamo vicini su un divano. Di fronte e a fianco si siedono i giovani di Addio Pizzo. 
Iniziano a parlare uno alla volta. Ci raccontano della loro esperienza. Di quello, che con grande coraggio, hanno fatto e di quello che vorrebbero fare. 
Io, personalmente, alcuni di loro li avevo conosciuti in occasione di molte manifestazioni a cui ho partecipato in qualità di Responsabile della Rete della legalità del Mezzogiorno. 
Pippo ascolta con grande attenzione e prende appunti. Poi inizia a fare domande. 
Il tempo scorreva. Il dibattito si faceva interessante ma avevamo i minuti contati. 
Ad un certo punto, dopo aver preso contatti e appunti, siamo dovuti andar via.




In fretta e furia siamo scappati alla volta dell'ARS (Assemblea Regionale Siciliana) dove ci attendevano impazienti i giornalisti. 
Ho subito tranquillizzato Pippo in merito all'enorme ritardo dicendogli che in Sicilia si rispettano i tempi "democratici", ovvero che è normale ritardare. 
Io ero stanchissima. Non avevo forza. Non riuscivo neanche a parlare. Nonostante ciò sono intervenuta per spiegare cosa era accaduto a Catania. Pippo era stanco, molto ma molto stanco ma con una grande forza e una stupefacente energia. Ha steso tutti con le sue dichiarazioni e con il solito coraggio ha sottolineato, ancora una volta, che il Pd non ha bisogno dei signori delle tessere ma di una partecipazione spontanea e volontaria.
Dopo aver risposto alle numerose domande dei giornalisti siamo andati a Monreale.


Non avevamo messo in agenda la tappa di Monreale ma quando abbiamo saputo che c'erano circa 50 persone che ci attendevano ci siamo recati subito sul luogo. 
Ci hanno accolti con grande affetto il Referente Fabrizio, l'amico Roberto e tante altre persone. 
Il primo ad intervenire è stato proprio Fabrizio, un giovane ragazzo tesserato da poco al Pd, che ha raccontato la sua storia. La storia di tanti ragazzi che ho avuto modo di incontrare in questi mesi. La storia di chi si sente smarrito, di chi non si sente rappresentato e di chi vuole impegnarsi per un futuro migliore. La storia di un giovane che ha ritrovato fiducia in Pippo. E leggere nei suoi occhi tanta speranza mi ha dato conferma del fatto che Pippo è l'unico che riesce a trasformare la delusione in possibilità di cambiamento e di partecipazione. 
Poi è intervenuto Roberto che con grande entusiasmo ha sottolineato il sostegno a Pippo. 
Infine ha concluso Pippo che come al solito ha parlato al cuore della gente. Ha parlato di come vuole cambiare il Pd, ha sottolineato l'idea di un partito dove non c'è un uomo solo al comando ma una grande squadra dove ognuno, per le proprie competenze, viene coinvolto. E' tornato a dire che è necessario riaprire le sedi del partito, coinvolgendo i militanti anche nelle scelte di Governo, di tornare a parlare con la gente, di ascoltare le esigenze degli altri e di costruire un centro sinistra che guarda agli altri e non a se stessi. 
Insomma un bel dibattito. Subito dopo Roberto con il gruppo di Monreale ci hanno deliziati di un buon pranzo. 
Mi è dispiaciuto tanto non aver potuto portare Pippo, per mancanza di tempo, a pranzo o a cena. Avrei voluto fargli gustare le nostre specialità culinarie. Ma abbiamo pranzato al volo. Anche se lui la Sicilia e le nostre specialità le conosce benissimo. Incredibile ma non abbiamo avuto tempo per nulla.
Dopo Monreale di corsa, a proposito di mancanza di tempo, a Trapani. 

DIREZIONE TRAPANI


Alla guida Danilo Orlando, Referente provinciale di Trapani. Io ero distrutta. Non avevo la forza e la lucidità di portare Pippo a destinazione. 

QUARTA TAPPA: TRAPANI
Arrivati a Trapani siamo subito entrati nel nuovo circolo per Civati. Un locale bellissimo. Grande e luminoso. 
Uno striscione grandissimo con la scritta: "Trapani per Civati". Pippo, non appena ha visto lo striscione ha detto: "è uno dei miei striscioni più lungo d'Italia". Io ho aggiunto: "è anche il primo circolo per Civati nato in Italia". 
Davanti la porta ho subito notato i miei carissimi amici della Formazione Professionale a cui sono molto legata. C'erano anche altri amici. Bè, io a Trapani, in un certo senso, mi sento a casa. 
Sono molto legata a tutti loro. Sono persone per bene che si impegnano in politica per passione e non per opportunità personale. Motivo per cui andiamo d'amore e d'accordo. 
Hanno fatto un lavoro straordinario!

Abbiamo rinunciato tutti ad intervenire per dare più spazio a Pippo. Purtroppo in questo faticoso tour il tempo è stato un nostro nemico. Ha moderato Maria Concetta Serse, una dei referenti provinciali.
Poi Pippo, con il suo entusiasmante discorso, si è fatto perdonare per il ritardo. Ovviamente non causato da lui ma da noi. 

Chiaro, preciso, sintetico ma soprattutto ironico. Dalla sala oltre agli applausi il pubblico lanciava sorridi interminabili ad ogni sua battuta. Ha rimarcato l'importanza di avere un partito e una classe dirigente nazionale che dialoga con i territori. Ha parlato di congressi come momenti di dibattito politico e ha sottolineato ancora una volta l'importanza di scegliere le risorse migliori: "ai congressi locali bisogna scegliere i migliori". Ha parlato di questo Governo dicendo che "non si è fatto un altro Governo perchè non si è voluto fare. I 101 non sono un caso". Ha parlato dei giovani: "ci vuole molta attenzione per i giovani. E' necessario fare programmi e non proclami". Ha parlato di innovazione: "la banda larga e la connetività (i trasporti) devono essere parte della costruzione di un nuovo paese". 
Insomma, un dibattito ricco di idee, di progetti, di proposte. Non si è parlato solo di tessere! 


Lo striscione più grande d'Italia. E per questo voglio ringraziare Stefano Farina per il suo grande sostegno. 

Si ritorna a Palermo. Ad attenderci l'evento di Villa Filippina alle ore 19.00.
Siamo in grande ritardo. E siamo anche stremati!
Arrivati ad evento già iniziato, Pippo saluta tutti e come un tornado travolgente ricomincia a parlare ai suoi sostenitori. 

Parla di partecipazione, di coinvolgimento delle persone: "La motivazione profonda di voler cambiare attraverso la politica è ancora presente tra le persone". Sottolinea quanto le associazioni, i movimenti e la società civile tutta riescono a far più della politica. Si sofferma sull'importanza delle donne, del loro ruolo e dice: "L'Italia è uno dei paesi più maschilisti d'Europa. La politica deve adottare i temi di se non ora quando". Parla di Lampedusa, dell'esigenza di eliminare la Bossi Fini. Si sofferma sullo stato delle carceri: "Sono stato nelle carceri ed ho visto cose terribili, cose illegali". Parla dei rapporti con l'Europa: "Chiediamo all'Europa di garantirci gli ammortizzatori sociali che il resto d'Europa ha". "Fuori dal conto del debito europeo dovrebbero rimanere le spese per la scuola". Si sofferma sull'importanza della Formazione dei nostri giovani. Dell'Università e della Scuola. Poi parla di legalità: "Dobbiamo parlare di legalità e di conflitto d'interessi, dovrebbe essere compito della sinistra". Sottolinea l'importanza di un cambiamento di rotta in Sicilia: "C'è bisogno di una nuova politica anche in Sicilia. C'è bisogno di un programma politica chiaro e preciso. Non si può navigare senza sapere dove andare". 
Infine parla di come vorrebbe il Pd: "Da segretario vorrei un partito unito, senza larghe intese, diviso solo nel dibattito". Ha parlato di congressi: "Al congresso si parli di politica,di come ricostruire il centrosinistra, di come risolvere i problemi del Paese e non certo di tessere". Poi torna a dire che vorrebbe che sia Prodi che Rodotà prendessero la tessera del Pd. 
Infine dice che bisogna risanare la ferita con Sel perchè insieme a loro si può ricostruire un centro sinistra che torni a parlare alla gente e che torni ad occuparsi dei problemi reali del paese. Una vera alternativa ad un sistema politico che per vent'anni non ha fatto altro di parlare dei problemi giudiziari di Berlusconi.
E dopo questa ultima tappa finisce il Tour stressante, faticoso ma comunque entusiasmante. Pippo è davvero una persona eccezionale e devo dire che ha una pazienza straordinaria. 

Ma ovviamente in tutto ciò qualcosa l'ho sempre combinata. A fine serata, quando dovevo andare a prendere la macchina lasciata dal pomeriggio all'Ars, ci sorge a tutti un dubbio: ci sarà qualcuno che ci fa uscire la macchina o rimaniamo a piedi? Effettivamente la sbarra era chiusa ma per fortuna in qualche modo sono riuscita a tirarla fuori. 

E vi lascio con una frase scritta da Antonio Sicilia: “la Sicilia come metafora” era il titolo di uno splendido libro-intervista di Leonardo Sciascia. Ecco, questo è stato un tour nella metafora siciliana per meglio comprendere la Sicilia e per guardare, da una prospettiva diversa, i problemi dell’Italia. Conoscere il territorio e i relativi problemi per trovare soluzioni assieme ai cittadini. Questa è la strada segnata in vista del Congresso".

Vi invito a leggere il post sul sito di Civati che descrive esattamente il nostro tour in questa seconda giornata. 
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