domenica 5 luglio 2009

MORTE DI UN SOGNO UNIVERSITARIO di Gianluca Boncoraglio

Lettera aperta di chi non tollera la grave perdita dell'università in Provincia di Ragusa.
MORTE DI UN SOGNO UNIVERSITARIO parla un ragazzo ragusano di Gianluca Boncoraglio Martedì 23 Giugno 2009 - 10:25

Ragusa, perla del mediterraneo, tra cielo e mare, paradiso a metà tra un eden collinare, di prati verdi e altipiani forvianti di prodotti, rinomati in tutto il mondo.Ragusa, premiata con la bandiera blu per il suo mare, le sue spiagge dorate, e la sua voglia di diventare località turistica con ancor più lustro.Ragusa, simbolo di tranquillità, di serenità, di evoluzione urbanistica con le sue rotatorie.Ragusa, che di tutto ciò si sente fiera, ma che è vittima di un sopruso violento, di un sacrificio, che sa più di assassinio.Già, un assassinio, verso la cultura, verso i giovani che credono in un futuro, verso una città che vuole sentirsi grande, vuole continuare a portare ricchezze, conoscenze, e vitalità.Perché Ragusa, non deve avere il suo Polo universitario?Forse è vero, c’e’ stata un po’ di disorganizzazione nella gestione dei corsi di laurea, carenza di infrastrutture, la logistica della vera città universitaria vacillava, ma si può giustificare con la tenera età della nostra università, andando avanti si può solo migliorare.Ci si lamenta della famosa fuga di cervelli, ma non si può evitare, se già manca la base per creare menti che aiutino la ricerca.Ad essere obbiettivi, a Ragusa non manca nulla, per essere una vera città universitaria.Ha la parte antica, che di notte diventa affascinante con tutti i locali che fa da cornice ai ragazzi, ha la sua parte nuova, dove tutto è a portata di mano, ha il mare a due passi, tra qualche tempo avrà anche un aeroporto, che permetterà collegamenti più fluidi e rapidi, evitando finalmente la terribile strada di Catania.In questi giorni si moltiplicano le manifestazioni, proteste, assemblee, dibattiti, a dimostrazione che i primi che tengono all’università sono propri i ragazzi e le giovani leve politiche, ovvero chi crede in un futuro migliore, per evitare uno scempio alla cultura, alla formazione, per motivi che solo un magnifico rettore, comprende, andando contro principi che solo chi vive l’Università, ovvero gli studenti, sanno amare e difendere, da ogni sopruso ingiustificato.

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