giovedì 30 luglio 2009

UN FUTURO INCERTO, UN FUTURO CHE FORSE NON C’E’!!!

AREA TEMATICA LAVORO: UN FUTURO INCERTO, UN FUTURO CHE FORSE NON C’E’!!!

I Giovani Democratici di Ragusa intendono aprire un dibattito relativo ad un tema importante che accomuna tutti i giovani: IL TEMA DEL LAVORO, IN PARTICOLARE DELL’INCERTEZZA DELLE NUOVE GENERAZIONI.

La sfida per noi è quella di tutte le Organizzazioni sociali: saper interpretare il futuro, dare voce, ma anche guida e rappresentanza, alla nostra gente dentro alle tante incertezze del presente.
Il lavoro è il paradigma del cambiamento, il crocevia delle trasformazioni sociali, è dentro al lavoro che intravediamo gli effetti più rilevanti della globalizzazione che ormai ha avvolto l’intero mondo.
La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso a tempo indeterminato, la mancanza di tutele, il basso livello retributivo: sono tutti attributi dei tanti lavori che sono specchio della globalizzazione e che l’economia postfordista dell’innovazione tecnologica rende obsoleti con una rapidità inedita.
Noi giovani democratici ci preoccupiamo del lavoro che manca e che si cerca invano, di quello che si perde senza speranza diventando troppo spesso dramma umano e familiare, di quello che dequalifica, ma soprattutto del lavoro che fa male il cosiddetto lavoro FLESSIBILE, che potrebbe rappresentare una risorsa per imprese e lavoratori finisce per diventare, precariato dequalificante capace solo di mortificare un’intera generazione, non permettendo ai giovani di poter tagliare il cordone ombelicale con le proprie famiglie, destabilizzando di fatto la società attuale ma soprattutto non permettendo la stesura di basi solide per la costituzione di una società futura. Centinaia di miglia di giovani dalle imprese private agli studi professionali vivono ogni giorno il dramma di un lavoro instabile e senza tutele, giovani “professionisti” che sotto l’ombra di uno pseudo- lavoro autonomo in realtà svolgono un lavoro senza regole né tutele, ma soprattutto senza la garanzia di una formazione adeguata al tipo di specializzazione professionale per la quale stanno lavorando.
.Le riforme del mercato del lavoro che nel corso degli anni si sono succedute hanno fatto sì che un’intera generazione vivesse senza certezze presenti.

La nostra Regione, Cari amici, è tra le 10 regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice eurostat, l’ufficio europeo di statistica.
Penso che questi dati sono la testimonianza di una presenza massiccia di clientelismo e corruzione che negli anni hanno contribuito a far crescere un problema che oggi si trasforma in una grande piaga sociale difficilmente controllabile.

Oggi … per porre rimedio a fenomeni economici negativi che si sono sviluppati nel campo
occupazionale, i legislatori hanno individuato e promosso nuove forme di partecipazione al
lavoro: lavoro interinale, lavoro a chiamata, lavoro a progetto, lavoro di collaborazione coordinata
continuativa, eccetera … eccetera … eccetera, … i cosiddetti lavori atipici.
Nuovi strumenti utili, NELLE INTENZIONI, all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Ma a mio avviso questi strumenti legislativi e normativi avrebbero dovuto creare lavoro ma evidentemente non è così: gli strumenti sono utili solamente “QUANDO … E SE” il
lavoro lo si è già creato!
Vediamo infatti, che, nel mondo del lavoro italiano, l'introduzione del lavoro atipico e del principio
della flessibilità non si è dimostrata: né risolutiva della disoccupazione, né salvatrice delle aziende.
Sostituendo con lavoratori atipici i lavoratori a tempo indeterminato, più che aver vinto la
disoccupazione, si è creata l’occupazione ad intermittenza!
La flessibilità in Italia non sembra essere un’opportunità, essa è subita, non scelta!!!
Il PART- TIME diventa quindi una reale precarizzazione del lavoro.
Tanto è vero che in Italia, intendiamo tutti la FLESSIBILITA’ sempre e solo come quella del
lavoratore che si deve adeguare alle esigenze del mercato e mai come quella del lavoro rispetto al
lavoratore.
Ma cosa vuol dire precarizzazione?
1°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione della società.
Per molti giovani la cosiddetta flessibilità è una penosa consuetudine di vita, appena migliore della
disoccupazione:
o quando va bene vivono continui cambiamenti di datore di lavoro … di regole … di contratto e
di orari,
o quando va male vivono nell’angoscia di una imminente disoccupazione …
2°. La precarizzazione del lavoro è precarizzazione della formazione e della
sicurezza.
Occorre dire su questo, anche supportati dalle ricerche effettuate nelle aziende del nostro
territorio, che la precarizzazione del lavoro determina nelle aziende la quasi totale assenza di una
qualsiasi forma di formazione professionale.
E soprattutto, ed è la cosa più grave, la totale assenza di formazione per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro.
Ci troviamo spesso di fronte a lavoratori “usa e getta”.
3°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle aziende.
In questo contesto anche le aziende che fanno largo uso di lavoratori atipici, sono sicuramente delle
aziende precarie, perché i lavoratori che vi operano non si sentono parte
dell’azienda, manca in loro il senso di fedeltà e appartenenza del lavoratore.
Evidentemente in queste aziende non può che venir meno la mancanza di professionalità
con conseguente peggioramento nella qualità del prodotto.
4°. Precarizzazione del lavoro è precarizzazione delle organizzazioni sindacali.
Cosa può offrire il tradizionale sindacato ai precari? … Come può, un sindacato suddiviso per
categorie, rappresentare un lavoratore che oggi si occupa di imballaggi e domani opera nel tessile
piuttosto che nel metalmeccanico?
Senz’altro può dare una collaborazione quotidiana nella verifica degli atteggiamenti dell'azienda,
ma difficilmente può programmare con i lavoratori delle prospettive vere di
evoluzione della proprie posizioni lavorative ed economiche.
Forse occorrerebbe sviluppare parallelamente degli strumenti di concertazione locale intersindacale
e interistituzionale come ad esempio gli osservatori del lavoro che raccordino gli strumenti sindacali
a quelli assistenziali propri degli enti locali.

Nel nostro territorio si sono evolute e sperimentate tutte le nuove forme di partecipazione al lavoro,
così che da infondere in molti dei nostri cittadini, UNA PATOLOGICA INCERTEZZA SUL
PROPRIO FUTURO.


Il Partito Democratico, intende affrontare questo grande problema attraverso due proposte mirate ed efficaci:
1. RILANCIARE LA CRESCITA e quindi gli investimenti produttivi, perché senza crescita non c’è né occupazione né welfare. E’ quello che stanno facendo anche governi, dalla Francia alla Germania;
2. CONTRASTARE LA PRECARIETA’ DEL LAVORO. Una seconda necessità è di riprendere il contrasto alla precarietà del lavoro. Il governo Berlusconi sta anche qui aggravando la situazione dei lavoratori con misure che riaprono spazi all’illegalità e al precariato. Alcune sono particolarmente gravi: quella che prevede la possibilità di reiterare il contratto a termine oltre i 36 mesi anche sulla base di semplici accordi aziendali.
A tal proposito vi presento in anticipo il ddl “Contrasto alla precarietà, per un’occupazione stabile” presentato dai Gruppi Parlamentari del PD, un disegno di legge che ribadisce la necessità di rendere più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto a quello a termine e prevede misure per rimuovere ostacoli che bloccano la propensione delle imprese ad assumere a tempo indeterminato: allungamento del periodo di prova (per facilitare il test reciproco di gradimento fra impresa e lavoratori), uso modulato del contratto di apprendistato per permettere un ingresso graduale al lavoro con formazione progressiva dei giovani, riduzione dei tempi e dei costi del processo del lavoro che rappresentano gravi oneri specie per le PMI, promozione di conciliazione ed arbitrato (ddl presentato al Senato).
Un intervento urgente riguarda la promozione dell’occupazione femminile da noi molto più basso degli standard europei, sostenere tale occupazione ha un impatto economico maggiore degli interventi sullo straordinario.
Un’analoga politica promozionale è necessaria per alzare il tasso di occupazione dei lavoratori anziani, over 55, anch’esso troppo basso. Questi interventi sono particolarmente urgenti nel nostro paese che presenta un rapido invecchiamento della popolazione e un basso tasso di natalità e sono necessari per allargare la nostra base occupazionale anche ai fini pensionistici.;
Infine, noi Giovani Democratici di Ragusa, pensiamo che sia necessario SOSTENERE L’OCCUPAZIONE attraverso politiche specifiche per sostenere non solo l’occupazione ma anche l’autonomia dei giovani: potenziamento degli obblighi/diritti di formazione, da quella di base a quella professionale e continua, potenziamento dei contenuti formativi dell’apprendistato, che deve diventare lo strumento essenziale per la transizione tra scuola e lavoro; fondo per la dotazione di capitale per i giovani.
Il lavoro è un diritto ma è anche una libertà.
La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza.
“La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”.(Franklin Delano Roosevelt)

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata

Nessun commento: