domenica 5 luglio 2009

RISCHIO CHIUSURA UNIVERSITA' IN PROVINCIA DI RAGUSA

.Con un atto censorio e autoritario il rettore dell’Università di Catania, prof. Antonino Recca, ha deciso di chiudere d'imperio tutti i corsi decentrati della provincia di Ragusa, adducendo fantasmagorici motivi non condivisibili non solo da parte degli studenti, ma anche da parte delle istituzioni locali. Con un'arroganza che non ha precedenti, la normale vita dell'università è stata sconvolta dalla disposizione del Rettore Recca, che ha deciso la chiusura nonostante le promesse fatte in data 29 Maggio 2009 e nonostante il Consorzio Universitario Ibleo abbia versato i 5/12 dovuti per salvare le 4 facoltà (lingue, medicina, giurisprudenza e agraria) di Ragusa.Crediamo invece che dietro la scelta del rettore, abituato a concepire l'università come un proprio esclusivo dominio, ci sia una scelta di convenienza nell’ostacolare lo svolgimento delle attività nella nostra università.Paradossale che ad arrecare fastidio è stata questa decisione arbitraria e profondamente anti-democratica del rettore. Non è stato sicuramente un bello spettacolo vedere centinaia di studenti e docenti ignari, trattati come nullità, cui è stata anche comunicata la decisione tramite stampa dopo pochi giorni dall’incontro tra il Rettore e il Presidente del Consorzio Universitario Ibleo, in cui si era trovato l’accordo successivamente rispettato. Un bell'esempio di quale considerazione abbia il rettore nei confronti della nostra provincia, delle nostre istituzioni, dei nostri studenti e dei dipendenti dell’Università. Un rettore che ha sempre sbandierato ai quattro venti la volontà di garantire spazi e possibilità di espressione democratica dentro l'ateneo, si rende così responsabile di un gravissimo ed irricevibile provvedimento liberticida e di chiusura di spazi che abbiamo sempre vissuto ed attraversato come aperti, liberi e plurali di discussione, confronto e cooperazione collettiva. Se il rettore è convinto di prenderci in giro e di toglierci una risorsa importante nella nostra Provincia come l’Università, si è fatto male i conti. Caso diverso, inoltre, è quello di Modica e Comiso, in cui il caro rettore ha già chiuso le immatricolazioni lo scorso anno ed ora ha intenzione di trasferire a Catania i secondi e terzi anni. In questo specifico caso sono i rispettivi Comuni a tenere i corsi decentrati anziché il Consorzio, come invece accade per le facoltà di Ragusa. Gli studenti di Modica, dopo essere stati presenti alla seduta del Consiglio Comunale di Modica , giorno 10 Giugno 2009, hanno finalmente ben chiara la situazione relativa ai corsi di Economia Aziendale e di Scienze del Governo e dell’Amministrazione. Anzitutto tutte le istituzioni locali, a cominciare dal Primo Cittadino, hanno chiarito che c’è una posizione debitoria pregressa che si stava cercando di risolvere con i rappresentanti dell’ateneo di Catania, ma la mediazione è stata interrotta a causa del comunicato, emanato arbitrariamente dal Rettore Recca, sulla chiusura dei corsi di laurea. In secondo luogo, tutto il Consiglio ha evidenziato una fortissima volontà di continuare a mantenere i corsi di laurea decentrati, con l’impegno a trovare una soluzione rapida per risanare il debito nei confronti dell’Ateneo e la promessa di continuare l’esperienza, seppur con modalità convenzionali sicuramente da rivedere.Mettiamo subito in rilievo il fatto che ci sono dei corsi di laurea come quello in scienze del governo e dell’amministrazione, quello di informatica e Agraria, che non sono presenti nelle sedi di Catania: oltre il danno, perciò, anche la beffa di dover rivedere il loro piano di studi, di vedersi annullare delle materie non previste ma comunque conseguite con sforzi e sacrifici, nonché di dover sostenere altre materie non presenti nel loro piano di studi in luogo di quelle presenti e superate con profitto o ancora peggio andare a completare gli studi al nord Italia, per chi l’assenza dei corsi a Catania.L'”onda di protesta” degli studenti, delle istituzioni, dei lavoratori, dell’associazione Circolo Universitario Ibleo e di tutti i giovani rappresentanti tutte le forze politiche, ha però scelto di non accettare né divieti né imposizioni. Fin dall’inizio abbiamo espresso tutta la nostra indignazione ed il nostro dissenso assieme a quei lavoratori che si son visti recapitare un'inspiegabile allarme poiché rischiano di essere disoccupati a breve. Senza contare, poi, che la chiusura delle università rappresenta un vero e proprio “problema sociale” per tutto il comprensorio ibleo, in virtù della constatazione del fatto che le università rappresentano un vero e proprio nucleo economico attorno al quale ruota un indotto di fortissimo rilievo non solo per gli studenti, ma anche e soprattutto per tutti coloro che hanno scelto di investire in quelle zone (mense, affitti, ristrutturazioni, viabilità, librerie, e l’elenco potrebbe essere illimitato). Gli studenti, insieme al Circolo Universitario Ibleo e ai giovani rappresentanti tutti i partiti politici si sono mobilitati attraverso diverse proteste, non ultima quella a Catania, per seguire il Consiglio Provinciale speciale indetto a piazza Università seguito da un colloquio diretto con il Rettore che ha dimostrato ancora una volta di non avere interessi per i decentramenti. Giorno 12 giugno, alle ore 17, una delegazione, in cui presenti erano anche il Presidente del Circolo Universitario Ibleo ed alcuni rappresentanti di studenti, è andata a Catania a parlare con il Rettore non avendo esiti positivi in quanto il Rettore voleva mantenere solo una facoltà ed il Consorzio ha rifiutato ritenendo necessaria la presenza di tutte le facoltà. All’affermazione del rettore, “Un corso costa tre milioni di euro per garantire docenti , laboratori, biblioteche. L’università di Catania non intende inseguire le ambizioni dei territori ma solo l’eccellenza dei suoi corsi”, noi giovani tutti rispondiamo che prima di tutto il Rettore dovrebbe rendere eccellenti i corsi a Catania e poi ricordiamo che per anni il Magnifico Rettore ha incassato le tasse dei nostri 4500 di studenti, quindi non penso abbia problemi a mantenere professori e quant’altro.Dopo questo incontro, noi giovani ci siamo chiesti come può una persona del genere essere Rettore di uno degli atenei più importanti della nostra isola? Come può una persona arrogante che, non riesce a comunicare, prendere decisioni sul futuro di tanti studenti che studiano nelle facoltà dell’ateneo di Catania? E sinceramente non capiamo quali sono i suoi problemi e perché non fa altro che domandare a tutti “a quale area politica appartengono”? Lo studio è un diritto di tutti, lo dice anche la nostra Costituzione, forse il Rettore non ha capito che non è un gioco ma che con i suoi capricci sta compromettendo il futuro degli studenti della nostra Provincia e questo non glielo permetteremo. A Tal proposito abbiamo deciso di protestare davanti al Rettorato il 17 Giugno, nella speranza che il nostro interlocutore dimostri un minimo di responsabilità e ritratti la sua scellerata decisione. Saremo più che mai presenti e attivi in questa città e non perderemo occasione per contestare e bloccare la decisione del rettore, che giorno 22 corrente mese, dovrebbe essere approvata in senato accademico.

Il Segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
Valentina Spata

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