Questa immagine è estratta dal video ripreso dalla telecamera della zia del Minore
Fonte Internet
La storia che oggi è alla luce di tutti è quella di un
minore che, ieri mattina, è stato prelevato da scuola dalla polizia, dal padre
e dallo psichiatra con forza. Trascinato, percorrendo tutto il corridoio della
scuola, attraversando la palestra e finendo nell’asfalto della strada per
arrivare alla vettura della polizia, il bambino gridava “aiuto”, cercando di
opporsi alla violenza fisica e psicologica di quanti lo aggredivano.
Alcuni alunni della scuola dichiarano che sono stati
costretti, tutti tranne il minore in questione, ad uscire dalla classe. Il
minore, lasciato completamente solo, dopo essersi opposto di andare con il
padre e la polizia, è stato brutalmente trascinato, quasi fosse un animale.
La zia, che si trovava in loco e che aspettava la fine delle
ore scolastiche del nipote per riportarlo a casa, ha cercato in tutti i modi di
evitare che lo portassero via, tenendolo per mano e cercando di rispondere alle
numerose richieste di aiuto del Minore. Con l’altra mano, prevenuta per altri
episodi similari, teneva una telecamera che ha registrato quanto accaduto e che
tra ieri e oggi ha fatto il giro di tutte le tv italiane.
Il provvedimento giudiziario, che prevede l’affidamento
temporaneo del bambino ad una casa famiglia e un successivo affidamento
definitivo al padre, è frutto di diverse analisi e consultazioni effettuate dal
giudice insieme allo psichiatra scelto dal padre(situazione anomala). Lo
psichiatra nella sua relazione finale, diagnostica al minore la Pas (sindrome
da alienazione parentale) non riconosciuta come malattia e non presente nel DSM
(manuale diagnostico delle malattie mentali).
A tal proposito, visto che a causa di questa diagnosi il
giudice ha emesso tale provvedimento, è bene sapere che anche il governo italiano,
nei scorsi mesi si è espresso a tal proposito. Quanto segue è un estratto dal
documento che il Governo Italiano ha prodotto per un'indagine svolta dall'ONU
sulla violenza di genere in Italia. Il documento è del 21 giugno 2012. La parte
che cito si trova la paragrafo 46 del testo originale : “In conclusione, c’è
consapevolezza sul fatto che la PAS sia una questione legale sebbene molto
pericolosa in casi di abuso, dolorosa per le madri, padri e bambini che potrebbero
fronteggiare queste teorie in dolorosi procedimenti di separazione. Al momento
la letteratura scientifica e i professionisti legali internazionali
ragguagliano contro l’esistenza della PAS, contro la sua ammissibilità nelle
corti e sulla necessità di ulteriore ricerca e studi prima che nuove teorie
siano usate in complesse e delicate questioni
collegate alla cura
dei figli nei
casi di separazione;
non è tollerabile, ipocritamente, che ci possa
essere il tentativo di introdurre una simile teoria, stabilito che per le sue
tradizioni l’Italia si colloca al centro dei suoi interessi i diritti del bambino”.
Ciò che mi sconvolge di più, oltre alla mancanza del
rispetto delle regole e dei diritti dei Minori da parte della polizia, dello
psichiatra (che a mio avviso deve essere immediatamente radiato dall’albo) e
dai servizi sociali (anch’essi, a mio avviso, dopo non aver rispettato il
codice deontologico oltre che le regole, devono essere radiati dall’albo) è la
brutalità attraverso il quale è stato trattato - maltrattato il Minore.
I bambini si ascoltano e Leonardo è stato ascoltato dai
servizi sociali. Ha sempre sostenuto di non voler andare con il padre da solo,
tanto che per incontrarlo è stato deciso, sempre tramite vie giudiziarie, che il
bambino poteva trascorrere un ora al giorno con il padre solo se accompagnato da un educatore, per far si
che il minore si abituasse alla presenza del genitore che, evidentemente, per
ragioni che non conosciamo non è gradita.
Adesso, cosa che reputo alquanto assurda, il minore è stato
affidato ad una casa famiglia e dopo due giorni ancora non è stato nominato il
suo tutore (d’obbligo per legge). Inoltre, è stato proibito alla madre e al
pediatra che ha sempre seguito il bambino di accedere alla casa famiglia e di
vedere il Minore (nessuna legge stabilisce l’allontanamento immediato del
bambino dalla madre. Bisogna seguire dei percorsi con specialisti e una equipe
specifica per evitare la destabilizzazione del minore). E’ inconcepibile come
un bambino, trascinato via con forza e senza rispetto, non possa vedere a abbracciare
la madre di cui si è presa cura sin dalla sua nascita.
Le decisioni relative all’affidamento dei figli minori sono
sicuramente le più delicate e rischiose
tra quelle cui è chiamato il giudice nelle controversie conseguenti alla disgregazione della famiglia ma non è
giustificabile che un giudice possa tener conto della relazione e della
diagnosi dello Psichiatra (la diagnosi della Pas è l’unica motivazione citata
nel provvedimento che spinge l’allontanamento del Minore dalla madre), persona
molto vicino al padre.
Questo è quanto accaduto a Cittadella, una città del padovano.
Noi non conosciamo bene le dinamiche familiari che hanno portato ad una
separazione conflittuale i genitori che si contendono il figlio ma conosciamo
quanto accaduto in questi giorni e da spettatori non possiamo che esprimere la
nostra solidarietà e vicinanza alla madre e al Minore vittime di questa
gravissima ingiustizia.
La scelta del genitore affidatario è fondamentale, perchè si
tratta della persona che avrà, sui figli, una maggiore presenza ed influenza
educativa (e solo secondariamente per quel che attiene l’esercizio della
potestà). Il giudice, pertanto non è investito solo del potere di disporre
l’affidamento ma deve adottare provvedimenti con esclusivo riferimento
all’interesse morale e materiale dei figli. Infatti, spesso, d’altro canto
incidono, su tali scelte, valutazioni che non sono squisitamente giuridiche
ma anche, e soprattutto, di carattere culturale (se non morale e
ideologico) e psicologico. Vale a dire
che il giudice deve tener conto del rapporto tra genitori e figli (che dovrebbe
essere monitorato dai servizi sociali e seguito da una equipe specializzata) in
modo particolare della relazione affettiva che tra essi intercorre.
Questi atti di violenza
psicologica e fisica non rendono giustizia al nostro paese e violano tutti i
diritti universali dei Minori. Che il Governo si attivi immediatamente per
risolvere questa situazione e far ritornare il bambino insieme alla madre, l’unica
a mio avviso, che dovrebbe avere la podestà genitoriale. Inoltre, mi auguro che
il Tribunale dei Minori apre una nuova inchiesta sulla vicenda chiarendo ogni
aspetto e soprattutto rispettando le leggi sancite dal Diritto di Famiglia.
Non giustifico nemmeno le forze dell'ordine che certamente hanno eseguito un ordine dimenticandosi però che la Scuola è un luogo pubblico che dovrebbe garantire la sicurezza e la protezione degli alunni. Il loro gesto ha sicuramente terrorizzato e destabilizzato gli alunni di quella scuola creando seri disagi e soprattutto l'ira dei genitori che oggi hanno anche protestato contro chi dovrebbe mantenere l'ordine e la sicurezza dei cittadini.
Concludo riportando le
dichiarazioni, che condivido, di Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio
sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia:
“Anni di lavoro per affermare i diritti universali dei Minori buttati al vento
proprio da quanti sono preposti al controllo della loro applicazione”.
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