mercoledì 3 ottobre 2012

LA PROVINCIA DI RAGUSA NEGA IL DIRITTO ALLO STUDIO AD UNA BAMBINA DISABILE.


L’amarezza di questa lettera apre uno spaccato di vita drammatico.
E’ la storia, una tra le tante, di una madre Grazia Cabibbo, che per disperazione scrive alla redazione de il “Giornale di Ragusa”.
Una madre che lavora e che ha una figlia disabile, affetta da una malattia rara. Una figlia che come tutti gli altri ha la necessità e il sacro santo diritto di andare a scuola, di socializzare con gli altri compagni e soprattutto di avere un insegnante di sostegno che la accompagni durante il suo percorso di studi senza sconti di ore.
E’ inconcepibile, oltre ad essere discriminante che questa ragazza possa usufruire solo di due ore al giorno di insegnamento in una scuola pubblica ma è ancora più grave che, a causa della mancanza di risorse da parte della Provincia di Ragusa, debbano essere i bidelli a sostituire la figura dell’insegnante. Questo sarebbe l’innovativo modello di riforma della scuola? Questa è una società più equa e solidale con le categorie più svantaggiate?
Le risorse, è ormai chiaro a tutti, sono in drastica riduzione, e non bastano per accontentare ogni esigenza, un po' per ciascuno, come s'è fatto abbastanza facilmente fino ad ora. Adesso bisogna scegliere: gli educatori e gli insegnanti di sostegno per i disabili o l'assistenza agli anziani o mantenere gli sprechi dei comuni (feste, sagre, spettacoli, ecc... ).
Abbiamo una Costituzione Italiana, una Costituzione Europea, anche una Convenzione ONU oltre alle varie leggi regionali e comunali che affermano che le persone disabili devono essere sostenute con appositi piani personalizzati di cure sanitarie - assistenziali e scolastiche anche per 24 ore al giorno. 
Dare priorità e ascolto alle famiglie che vivono l’esperienza della disabilità conferisce dignità e credibilità alla politica, al volontariato, alla cultura, alla società e soprattutto alle persone.
La politica, non può essere indifferente alla condizione in cui si trova questa famiglia e altre, questa madre che rischia anche di perdere il lavoro per restare a casa con sua figlia e noi non possiamo permetterlo. E’ davvero una vergogna!!
Pertanto, offro, in qualità di assistente sociale e di educatore all’infanzia, la mia totale disponibilità per aiutare la Sig. Cabibbo e sua figlia. Mi auguro che la redazione de “il Giornale di Ragusa” possa mettermi in contatto con la richiedente!
Inoltre, faccio un appello a tutto il mondo della politica, chiedendo di intervenire quanto prima per risolvere questo grave problema.

Di seguito, la lettera della Sig. Cabibbo:
E’una vergogna! Mia figlia Simona affetta da una sindrome rara, non potrà frequentare la scuola perchè quest'anno la Provincia di Ragusa non ha soldi ...ovvero ci hanno concesso solo 2 ore al giorno! Ciò significa che non solo lei non potrà partecipare a nessun progetto ma io potrei anche rischiare di perdere il lavoro. Oltretutto mi è stato detto che a scuola per coprire le altre ore ci potrebbe essere la figura del bidello.
Voglio specificare che mia figlia è affetta anche da autolesionismo e la necessità di avere due persone specializzate per riuscire a gestirla, altrimenti lei arriva a farsi del male. Le mie giornate sono interminabili; avrò il diritto di sapere mia figlia a scuola con un'assistente e un'insegnante che cercano di farle fare ciò che ancora una ragazza con non pochi problemi potrebbe fare? Tra due anni lei finirà la scuola e per poter continuare a lavorare sarò costretta a portarla in un centro diurno dove lei non vuole andare.
Ma quello che mi chiedo è perchè i soldi per altre associazioni ci sono e per un problema grande come il nostro non ci sono? Forse perchè non faccio numero! O forse perchè non abbiamo la giusta raccomandazione! Perchè io e mia figlia dobbiamo essere penalizzate dalle istituzioni quando siamo state già penalizzate dalla vita!”

Valentina Spata

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