L’amarezza di questa lettera apre uno
spaccato di vita drammatico.
E’ la storia, una tra le tante, di una
madre Grazia Cabibbo, che per disperazione scrive alla redazione de il “Giornale
di Ragusa”.
Una madre che lavora e che ha una
figlia disabile, affetta da una malattia rara. Una figlia che come tutti gli
altri ha la necessità e il sacro santo diritto di andare a scuola, di
socializzare con gli altri compagni e soprattutto di avere un insegnante di
sostegno che la accompagni durante il suo percorso di studi senza sconti di
ore.
E’ inconcepibile, oltre ad essere
discriminante che questa ragazza possa usufruire solo di due ore al giorno di
insegnamento in una scuola pubblica ma è ancora più grave che, a causa della
mancanza di risorse da parte della Provincia di Ragusa, debbano essere i
bidelli a sostituire la figura dell’insegnante. Questo sarebbe l’innovativo
modello di riforma della scuola? Questa è una società più equa e solidale con
le categorie più svantaggiate?
Le
risorse, è ormai chiaro a tutti, sono in drastica riduzione, e non bastano per
accontentare ogni esigenza, un po' per ciascuno, come s'è fatto abbastanza
facilmente fino ad ora. Adesso bisogna scegliere: gli educatori e gli
insegnanti di sostegno per i disabili o l'assistenza agli anziani o mantenere
gli sprechi dei comuni (feste, sagre, spettacoli, ecc... ).
Abbiamo una Costituzione Italiana, una
Costituzione Europea, anche una Convenzione ONU oltre alle varie leggi
regionali e comunali che affermano che le persone disabili devono essere
sostenute con appositi piani personalizzati di cure sanitarie - assistenziali e
scolastiche anche per 24 ore al giorno.
Dare priorità e
ascolto alle famiglie che vivono l’esperienza della disabilità conferisce
dignità e credibilità alla politica, al volontariato, alla cultura, alla
società e soprattutto alle persone.
La politica, non può
essere indifferente alla condizione in cui si trova questa famiglia e altre,
questa madre che rischia anche di perdere il lavoro per restare a casa con sua
figlia e noi non possiamo permetterlo. E’ davvero una vergogna!!
Pertanto, offro, in
qualità di assistente sociale e di educatore all’infanzia, la mia totale
disponibilità per aiutare la Sig. Cabibbo e sua figlia. Mi auguro che la
redazione de “il Giornale di Ragusa” possa mettermi in contatto con la
richiedente!
Inoltre, faccio un
appello a tutto il mondo della politica, chiedendo di intervenire quanto prima
per risolvere questo grave problema.
Di seguito, la lettera
della Sig. Cabibbo:
“E’una
vergogna! Mia figlia Simona affetta da una sindrome rara, non potrà frequentare
la scuola perchè quest'anno la Provincia di Ragusa non ha soldi ...ovvero ci
hanno concesso solo 2 ore al giorno! Ciò significa che non solo lei non potrà
partecipare a nessun progetto ma io potrei anche rischiare di perdere il
lavoro. Oltretutto mi è stato detto che a scuola per coprire le altre ore ci
potrebbe essere la figura del bidello.
Voglio specificare che mia figlia è affetta anche da autolesionismo e
la necessità di avere due persone specializzate per riuscire a gestirla,
altrimenti lei arriva a farsi del male. Le mie giornate sono interminabili;
avrò il diritto di sapere mia figlia a scuola con un'assistente e un'insegnante
che cercano di farle fare ciò che ancora una ragazza con non pochi problemi
potrebbe fare? Tra due anni lei finirà la scuola e per poter continuare a
lavorare sarò costretta a portarla in un centro diurno dove lei non vuole
andare.
Ma quello che mi chiedo è perchè i soldi per altre associazioni ci sono
e per un problema grande come il nostro non ci sono? Forse perchè non faccio
numero! O forse perchè non abbiamo la giusta raccomandazione! Perchè io e mia
figlia dobbiamo essere penalizzate dalle istituzioni quando siamo state già
penalizzate dalla vita!”
Valentina Spata
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