venerdì 7 novembre 2008

CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

L’UDI promuove una staffetta di donne contro la violenza di genere.

Una Staffetta di donne per dire che la violenza sulle donne deve finire,non solo nelle grandi manifestazioni nelle grandi città e nei comunicati stampa che leggiamo quasi quotidianamente, ma anche in provincia, nei paesi, nei piccoli centri. L’ha voluta e pensata l’UDI, nella consapevolezza che “ la violenza si esprime in tanti modi: omofobia, razzismo, pedofilia, e poi l’avvelenamento dell’ambiente… e altro ancora.
Con questa iniziativa – affermano le donne dell’UDI - noi vogliamo dire basta alla violenza sessuata e al femminicidio.
L’Istat nel febbraio 2007 ci ha detto che sono 14 milioni le donne oggetto di violenza fisica,sessuale o psicologica, che i soprusi sono commessi soprattutto dal partner e che, tra i 16 e i 50 anni, la violenza viene prima di malattie o incidenti stradali, tra le cause di morte.
Noi sappiamo che la violenza sessuata va ben oltre i numeri e la qualità delle statistiche ufficiali. Nel 2006 abbiamo promosso una prima Campagna nazionale per attirare l’attenzione di tutti, comprese le istituzioni, su quella che è avvertita come una vera e propria emergenza. E l’abbiamo chiamata “Stop al femminicidio”.
Femminicidio è parola ancora assente nei dizionari della lingua italiana. Feminisidio viene coniata a Ciudad Juarez, una città messicana ai confini con gli USA,dove dal 1993 ad oggi sono state uccise 413 donne e 600 sono scomparse. UDI l’ha fatta propria, traducendola in femminicidio e ne ha assunto il senso politico usandola in ogni occasione: manifestazioni, volantini, comunicati.
Così, piano piano, è entrata nel linguaggio comune.
Femminicidio: cioè uccisione di donne per mano di uomini. In genere gli assassini sono fidanzati, mariti o ex, ma anche padri, fratelli, conoscenti, solo qualche volta estranei. Era necessario dare il nome appropriato a questo fenomeno terribile, che altrimenti rischiava di passare come un qualsiasi altro fatto di cronaca nera.
Femminicidio è un reato preciso e avviene quando un uomo uccide una donna per sentirsi maschio.
Per combattere un nemico tanto violento, per contrastare ogni più piccolo germe di questa normale malattia, dobbiamo essere unite, parlare, non mettere una distanza tra noi e le altre e, soprattutto, non sentirci mai estranee o privilegiate. Se non ti è mai capitato di prendere delle botte, non per questo puoi lavartene le mani. Dobbiamo guardare a quella donna picchiata con altri occhi: quella donna siamo NOI.
Non possiamo pretendere che lei da sola faccia quello che noi tutte non riusciamo a fare: far smettere agli uomini di essere violenti. Quella donna, come noi, se ha un lavoro è sicuramente precario e sottopagato, almeno rispetto a quello equivalente di un uomo; se ha una casa spesso ce l’ha insieme a un uomo e ai figli. Se poi quella donna si rivolgerà alle istituzioni, quali risposte troverà se ovunque si decide, compreso il Parlamento, le donne sono pochissime?
2) Esiste una nazione di donne che può apparire invisibile e senza corpo, che tuttavia noi tutte vediamo e riconosciamo ogni giorno e ogni momento, quando facciamo la fila davanti agli sportelli, quando siamo sul tram o nella metropolitana. Oggi, NOI ci riconosciamo le une con le altre cittadine di questa nazione misconosciuta,oscurata e maltrattata.
Nazione: i Latini la chiamavano Natio, Dea della nascita. Vogliamo riconoscerci come cittadine, pur diverse per territorio, lingua, etnie e status sociale e culturale, per affermare l’esercizio pieno e uguale del nostro diritto di cittadinanza paritaria ovunque nel mondo.
Gli uomini già si riconoscono cittadini di uno Stato nel quale tutto, ma proprio tutto, è improntato e regolato a loro misura, anche i nostri atti procreativi. Ciascuna di noi sa chi è oggi come cittadina, quali siano i suoi diritti e le leve per affermarli. Se una donna che viene da altri paesi non lo sa, noi abbiamo cura di informarla.
Per la Staffetta, abbiamo pensato delle parole che sintetizzassero tutto questo: Lorena ed Hiina siamo noi, infatti la Staffetta di donne contro la violenza sulle donne percorrerà l’Italia per un anno intero, a partire dalla giornata internazionale del 25 novembre; partirà da Niscemi, dove è stata assassinata Lorena e si concluderà a Brescia, dove è stata sgozzata Hiina. Sarà un modo di dire a tutti forte e chiaro che tu, io, noi siamo unite e diciamo basta alla violenza.
Simbolo e testimone della Staffetta, che attraverserà l’Italia passando di mano in mano, è un’anfora con due manici, così che la possano portare due donne. Questo gesto di “portare insieme” vuol proprio significare l’importanza della relazione, della solidarietà, della vicinanza tra noi su tutti i temi che ci toccano profondamente. In ogni luogo in cui la Staffetta passerà, le due donne che l’hanno avuta in consegna la consegneranno ad altre due, pubblicamente.
Le donne che aderiscono alla Staffetta, organizzeranno iniziative pubbliche, come dibattiti,mostre, seminari, proiezioni video.
L’anfora, al suo passaggio, diventerà una testimone “viva”, perché le donne potranno infilarvi un biglietto con i propri pensieri, immagini, denunce, parole. Tante in questi mesi hanno colto il senso profondo dell’evento che intendiamo costruire e hanno risposto, hanno chiesto di partecipare e chiesto chiarimenti. A partire da novembre, la staffetta potrà essere seguita tappa dopo tappa, sul sito dell’Udi www.udinazionale.org e da dicembre sulla rivista Confidenze.
(Delt@ Anno VI, N. 192 dell’8 ottobre 2008)
VIOLENZA/2. Come aderire alla Staffetta promossa dall’UDI
(Roma) Possono aderire alla Staffetta (vedi notizia sopra) donne singole e associazioni di donne compresi i coordinamenti femminili di sindacato. È esclusa l’adesione di partiti e movimenti politici misti.
Donne di partito sostengono la Staffetta a titolo personale.
Ogni donna o associazione che aderisce comunica in linea di massima l’iniziativa che intende svolgere al passaggio dell’anfora testimone (dibattiti, rappresentazioni, sit-in,spettacoli, eccetera).
Si aderisce scrivendo alla sede nazionale dell’Udi, che provvederà a mettere in comunicazione le donne tra di loro (
staffettaudinazionale@gmail.comQuesto indirizzo di e-mail è protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ).
Hanno già aderito in tante, ma prenderemo in considerazioni richieste che arrivino per tempo e compatibili con il calendario nazionale già definito.
21 novembre 2008, Roma - Conferenza stampa nella Sede Nazionale dell’Udi - via Arco di Parma 15, per annunciare la partenza della Staffetta.
25 novembre 2008 , Niscemi - Consegna dell’anfora testimone da parte delle di una delegazione nazionale dell’UDI alle donne di Niscemi in Sicilia – Partenza ufficiale della Staffetta.
25 novembre 2009, Brescia, Riconsegna dell’anfora testimone da parte delle donne di Brescia alle donne dell’UDI Nazionale – Conclusione della Staffetta.
Nelle due date del 25 novembre 2008 e 2009 - giornata internazionale contro la violenza - tutte le donne e associazioni di donne presenti nei vari territori che aderiscono alla Staffetta indicono una giornata di mobilitazione locale che si gemella con la partenza da Niscemi e la stessa cosa avverrà nel 2009 per l’arrivo a Brescia.

PORTASTAFFETTA
Ogni Regione ospitante ha una o più referenti chiamate PortaStaffetta che: • convocano un primo incontro tra tutte le donne che hanno dato la loro adesione attraverso la Sede nazionale dell’Udi, per definire insieme un calendario interno entro i tempi già indicati, • hanno cura dell’anfora testimone per tutto il tempo di permanenza nella loro regione, • prendono accordi con la Porta immediatamente successiva per la consegna/arrivo dell’anfora e coordinare gli eventi da svolgersi sul territorio. • raccolgono le testimonianze per poi consegnarle alla Sede nazionale perché vorremmo pubblicarle. • si impegnano a far rispettare le modalità di autofinanziamento proprie dell’UDI.

Per maggiori info chiamare Valentina Spata socio fondatore dell'Associazione "Nuova Vita"di Ragusa. 3395271561

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