sabato 19 gennaio 2013

Un furto alla democrazia. Negato il diritto di voto agli studenti italiani all'estero!

Secondo le disposizioni del Decreto del Presidente della Repubblica numero 226 del 22 dicembre 2012 alle elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio potranno votare all’estero i cittadini italiani appartenenti alle forze armate e di polizia impegnati in missioni internazionali, i dipendenti di amministrazioni dello Stato temporaneamente fuori dal Paese e professori e ricercatori in trasferta, tutti per motivi di servizio. Gli studenti, invece, potranno esercitare il loro diritto solo se iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero): ma l’iscrizione è possibile se la residenza copre periodi superiori ai dodici mesi; per di più il plico elettorale sarà inviato solo ai residenti registrati all’Aire entro il 31 dicembre 2012.
Si, perché secondo la legge 459 del 27 dicembre 2001 chi risiede all’estero vota per la Circoscrizione Estero, alla quale vengono assegnati dodici seggi per la Camera e sei per il Senato. Detratti dal numero complessivo dei seggi costituzionalmente assegnati ai due rami del Parlamento. 
Gli studenti che temporaneamente risiedono all'estero non sono infatti compresi nella lista di quelli che vi si trovano per motivi di servizio o missioni internazionali e che quindi possono beneficiare del voto per corrispondenza. Sono oltre 20.000 gli studenti che, per L'erasmus o altre motivazioni sempre legate allo studio, non potranno esercitare il loro diritto di voto. 
Ritengo inconcepibile e assurda tale decisione e credo che sia stato leso un diritto sacro e santo sancito dalla Costituzione Italiana. 
La maggior parte di questi ragazzi sceglie di lasciare il nostro Paese per mancanza di opportunità di studio, di lavoro e quindi un un futuro migliore. Spesso, questi ragazzi scelgono di andare via dall'Italia con tanti sacrifici, pieni di dubbi e rimorsi. Lasciano la loro famiglia, i loro parenti, i loro amici, la loro terra e tutto ciò che amano. Sono ragazzi che cercano una speranza altrove perchè qui non c'è più la possibilità di dire "la speranza è l'ultima a morire". Non hanno altra scelta perchè non sono nelle condizioni di scegliere. Perchè il nostro Paese ha smesso di pensare alle opportunità e al futuro da offrire a questa generazione. 
Questi ragazzi, oggi, non hanno nemmeno la possibilità di scegliere chi dovrà governare il nostro Paese. E chi vuole esercitare il proprio diritto costituzionale (negato) dunque, è costretto a tornare a casa (con annessi costi economici e di tempo). E sembra che allo Stato non importi molto il fatto che i giovani italiani si sentano sempre più abbandonati dalle istituzioni.
Molta l'indignazione e la delusione. Questo è un vero attacco alla democrazia! 
Auspico ad una rivalutazione del provvedimento da parte del Presidente della Repubblica. 
Per cambiare un paese bisogna ripartire dal rispetto dei diritti e dalla considerazione di una generazione che è stata lasciata senza uno stralcio di futuro!






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